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War is Hell

War is HellNel panorama fumettistico odierno le storie di guerra, un tempo usuali, sono ormai sporadiche eccezioni. Se però c'è un autore del quale si può dire che porti avanti una riflessione continua e un discorso sistematico sull’argomento, quello è Garth Ennis. Basti considerare il suo ormai terminato ciclo sul Punitore, avviato e concluso proprio nel segno della guerra e di ciò che comporta. Chiusi per ora i conti con Frank Castle, Ennis è passato a realizzare altri progetti più personali, molti dei quali ancora nel solco tracciato con la serie MAX del Punitore. E per la Marvel l’autore irlandese ha pensato di rispolverare un altro vecchio personaggio quasi dimenticato, rendendolo il protagonista del truce War is Hell.

Karl Kaufman è un giovane pilota americano che nel pieno della Prima Guerra Mondiale, colmo di idealismo, decide di mettersi in gioco in prima persona nei cieli d'Europa. L'aviazione militare sta di fatto muovendo i suoi primi passi e Kaufman, "l'Aquila Fantasma", è un asso nell'arte del volo, con in più una mira da rapace. Ma Kaufman, entrato nel conflitto proprio in uno dei suoi momenti peggiori, dovrà vedere il proprio idealismo scontrarsi con la guerra, giungendo a una maturazione interiore spietata e senza ritorno.

Si diceva che War is Hell è una storia truce. Ma la sua brutalità non è rappresentata da una particolare raffigurazione della violenza fisica e delle carneficine che la Grande Guerra pur comportò. La violenza di questa storia è più di tipo psicologico, è un rullo compressore che passa sulle visioni perbeniste della guerra e in un certo senso anche della pace, frantumandole. E questa operazione è un tutt'uno con la rilettura dell'Aquila Fantasma: da questo punto di vista, è come se la trasformazione del personaggio – dalla sua versione originale (super)eroica pura, a quella finale disillusa e realista – si materializzasse sotto gli occhi del lettore via via che la vicenda procede. La storia di Karl Kaufman descrive proprio la perdita dell'eroismo, e in generale di una visione romantica della guerra: di fatto, proprio ciò che accadde in occasione del primo conflitto mondiale, quando l'Europa si buttò con sciocco entusiasmo nei campi di battaglia, e tornò indietro inorridita dal proprio riflesso osservato nella trincea nemica.

L'orrore di questa vicenda risiede nella constatazione che per quanto si possa essere o sentirsi eroi, per la guerra le tue budella sono come quelle del tuo nemico. E la guerra ha fame. Per la guerra non esistono buoni o cattivi, non esistono crucchi, mangiarane, yankee o lord: esiste solo la carne da straziare, e la storia di ognuno scompare confusa e dimenticata nelle montagne di cadaveri. Ognuno è una piccola pennellata di sangue nell'immenso dipinto cremisi del conflitto mondiale, ognuno è perso in questo mare rosso, senza la minima possibilità di distinguersi, di essere individuo, a prescindere dalle qualità che si crede di possedere. Ma se non esistono storie e biografie personali, se non si può controllare il proprio destino, "eroismo" diviene una parola senza senso. La guerra è l’immenso macchinario che stritola l’uomo tra i suoi meccanismi forgiati di carne umana: la guerra è l’inferno.

Ecco il ruolo disumanizzante della guerra che Ennis aveva già raffigurato con il suo Punisher. Una visione ben lontana dal pacifismo idealista, concezione altrettanto romantica quanto quella della guerra come strumento di gloria e supremazia. La pace è anzi del tutto esclusa dall’orizzonte di Ennis, un concetto assente e probabilmente troppo astratto per rientrare in questa riflessione. War is Hell non va confuso con una critica alla guerra, ma va letto come una crititca della guerra, un'indagine delle sue determinanti, dei suoi metodi e dei suoi effetti antropologici. Senza velleitarie ricerche di soluzioni o patetiche ricette per la salvezza. Una foto sporca, ma molto nitida.

E tali sono anche le illustrazioni di Howard Chaykin: il disegnatore realizza vignette ruvide e crude, solide e concrete nel loro effetto finale. La costruzione delle tavole è regolare, non rompe gli schemi e non va in cerca di inutili spettacolarismi fini a se stessi, favorendo invece una lettura lineare. Pur non segnalandosi, in questo caso, per meriti artistici particolari, Chaykin si dimostra un narratore efficace, di grande ausilio per i testi di Ennis e senza che i suoi disegni tentino di sottrarre protagonismo allo svolgimento della storia.
In definitiva, War is Hell è a tutti gli effetti una storia di guerra (in cui per altro Ennis dimostra una volta di più di parlare di cose che conosce). Una storia che, forse, è adatta più a palati che preferiscono l'introspezione all'azione, e di sicuro un volume che non soddisferà chi è in cerca dell’Ennis grottesco ed esagerato che in altre sue opere riesce ad appagare tanti dei nostri "bassi istinti". Ma per chi fosse interessato a una riflessione matura sulla guerra, quest'arte così tipica dell'uomo, la lettura è senza dubbio consigliata.


Valerio Coppola
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