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Loudun

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Esalazioni sulfuree a profusione ed esorcismi nel libro da poco pubblicato dalla torinese Edizioni BD, che presenta un’edizione pressoché perfetta nell’allestimento (carta, stampa, rilegatura) della trasposizione a fumetti della celebre vicenda dei “Diavoli di Loudun”, storia ispirata a un reale accadimento che ha già avuto l’onore/onere di una versione letteraria scritta da Aldous Huxley negli anni ’50, un dramma teatrale, un’opera lirica in tedesco e persino una versione cinematografica firmata da Ken Russell.

L’epoca descritta è quella delle lotte tra cristiani e protestanti intorno alla metà del 1600 in una Francia in piena confusione storico-religiosa. Urbain Grandier è un prete protestante assai benvoluto dai suoi fedeli, nonostante i suoi modi non troppo canonici, per la generosità dimostrata durante l'epidemia di peste che ha colpito la cittadina di Loudun.
Grandier è notoriamente esposto contro decisioni politiche che minano lo status quo e contro il celibato sacerdotale, per questo è inviso invece al potere temporale della chiesa e al sovrano Luigi XIII che tramite l'eminenza grigia del cardinale Richelieu prova a riguadagnare posizioni, accusando il curato di satanismo, plagio e possessione demoniaca. Effettivamente sembra che il maligno alberghi nel convento delle suore orsoline, dove vengono riscontrati dei casi evidenti, tanto che si procede a un esorcismo generale. Esorcismo che pende dalla parte del potere, tanto che Grandier è tacciato di essere lui stesso indemoniato e per questo viene sottoposto a torture di una crudezza spaventosa.
Questo non è che un brevissimo sunto di questo volume che mostra la ferocia dell'uomo che spesso si confonde con i demoni della materialità.

La sceneggiatura di Rusig, alla prima vera prova autoriale è lungi dall'essere perfetta nonostante sia basata su un fatto vero: pesante in più punti fino a rallentare la narrazione per indugiare nell'aspetto più fantastico della rappresentazione piuttosto che in quello storico.
Il duo torinese responsabile della parte grafica sorregge l'impalcatura molto più della sua specifica competenza, prendendosi carico di una regia che sembrava andare alla deriva.
Inquadrature interessanti sotto un diffuso cromatismo virato sul rosso, per tavole dipinte in maniera eccellente ma che non riescono a mascherare fino in fondo l’inesperienza dello sceneggiatore chiamato da Christophe Bec a raccontare questa storia dura inserendola nella collana Hanté che ha visto l’apporto anche di altri bei nomi italiani nel territorio della bédé francobelga.
Furnò e Armitano sono ben noti anche agli appassionati del comic a 360° per il loro apporto a testate assai differenti come Scalped (DC/Vertigo) e John Doe (Eura).


Giovanni La Mantia
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