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Magico Vento 122

Magico Vento 122 – La notte degli alligatoriAlla fine è davvero giunto lo scontro decisivo tra Ned Ellis e Howard Hogan, la nemesi di Magico Vento, l’ex soldato adottato dai Sioux e divenuto sciamano protagonista della bella collana western con incursioni sul fantastico creata da Gianfranco Manfredi.
In uno scenario claustrofobico, ben illustrato da Giuseppe Barbati alle matite e Cristiano Spadoni alle chine, si sviluppa un albo corale dove tutti i pezzi del puzzle vengono a combaciare, con tanto di sorpresa imprevedibile. Una trovata narrativa dello sceneggiatore marchigiano che potrebbe avere sviluppi nella saga che porterà al numero 130, annunciato come il numero finale della serie regolare che culminerà successivamente nell’agognato numero speciale promesso da Manfredi.
L’albo in esame di fatto chiude un ciclo di avventure ma non esaurisce, non ancora almeno, la voglia dell’autore di raccontare in chiave storico-avventurosa i tragici accadimenti delle guerre tra i pellerossa e l’oppressore bianco. La scena sarà presa infatti dalla lotta tra gli Apache, comandati da Victorio al quale Ned offrirà il suo apporto, e il generale Crook dell’esercito americano.

Willard “Swampy” è un cacciatore di alligatori che conduce gruppi di annoiati ricconi nelle paludi circostanti New Orleans; Ned lo contatta poiché ha bisogno di conoscere l’ubicazione degli indios Akatapa che custodiscono l’ingresso all’Ultima Porta, dove avverrà il duello con Hogan, entrato in combutta con uno stregone per ottenere l’aiuto degli zombi che infestano le paludi.
Contemporaneamente Poe (il giornalista spalla di Magico Vento) e Henry Task (l’ex attore Dick Carr divenuto spia dei servizi segreti) continuano il loro complotto alle spalle di Hogan nel tentativo di annientare il suo potere.
Henry è inoltre protagonista di un voltafaccia improvviso, mentre Magico Vento lotta con le forze extraterrene per arrivare nel luogo convenuto provato dallo scontro con i “fluttuanti”. Qui incontra finalmente Hogan e inizia il confronto che, a dire il vero, delude le aspettative di epicità a favore di una praticità di fondo: mentre Howard usa i suoi poteri, Ned getta una granata verso la Porta che si sta aprendo per impedirne l’accesso da entrambi i lati e nello scoppio successivo Hogan cade in mare perdendo l’artiglio, simbolo del potere, e venendo azzannato mortalmente da un alligatore. La Porta di passaggio verso il mondo degli Antichi viene inghiottita dalle acque e il pericolo è scongiurato, forse definitivamente.

Un albo in cui l’azione è frenetica così come i cambi di scena e di umore dei personaggi via via sotto i riflettori, uno scontro atteso risolto in maniera netta, caratterizzazioni piuttosto convincenti: una lettura consigliata per la dinamicità della realizzazione.


Giovanni La Mantia
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