Menu

The Walking Dead 5

The Walking Dead 5Con “La Miglior Difesa” si apre un nuovo capitolo della più famosa (e probabilmente migliore) zombie-saga del fumetto americano, che vede la piccola comunità di protagonisti asseragliata in un istituto penitenziario, trovando una speranza di sopravvivenza. Ma al di là dei recinti della loro dimora, Rick, Glenn e Michonne sospettano che qualcun altro sia sopravvissuto, quindi decidono di partire per un viaggio di esplorazione che li farà invece precipitare in un incubo di ferocia e violenza quando saranno presi prigionieri da un’altra comunità, il cui leader (chiamato il Governatore) entra a pieni voti nella lista dei personaggi più biechi ed odiosi mai apparsi sulle pagine di un fumetto.

L’elemento che diversifica in positivo The Walking Dead da tutti gli altri fumetti sui Morti Viventi consiste nel non focalizzare unicamente la trama sulla minaccia degli Zombie, ma concentrare l’attenzione principalmente sulle reazioni emotive dell’uomo ad essa, raccontando l’orrore celato nell’animo umano.
The Walking Dead è una serie horror fortemente introspettiva e questa caratteristica rafforza maggiormente l’impronta drammatica delle storie, dove l’invasione dei Morti diventa uno sfondo, una minaccia collaterale se paragonata a quello che le persone sono capaci di fare a sé stesse e che Robert Kirkman racconta in maniera asciutta ed impietosa.
Con una prosa serrata e claustrofobica, l’autore illustra un mondo in rovina, non solo per il contagio, ma anche a causa di un’umanità egoista e spietata che dà il peggio di sè soprattutto in situazioni estreme, venendo rappresentata in isolati microcosmi al cui interno spesso si celano tensioni esplosive. Senza ombra di autocompiacimento, Kirkman esprime attraverso le sue sceneggiature un assoluto pessimismo sul genere umano, il cui confronto con gli Zombie fa da banco di prova del fallace grado di civiltà raggiunto, destinato a scendere inesorabilmente se rapportato non solo alla semplice sopravvivenza, ma anche al vantaggio personale. Il tratto maggiormente angosciante delle storie di Kirkman viene a galla quando ci mostra i modi con i quali le persone sono capaci, persino in una situazione così disperata, di trarre benefici a danno delle altre e la cosa inquietante è che, in linea con i tempi, ci pare tutto assolutamente attendibile e probabile.

Oltre ad un realismo emotivo ben raffigurato, un altro merito di questa serie è la tensione che traspare in ogni pagina, con il lettore che non sa mai cosa aspettarsi visto che Kirkman non si adagia mai su uno status quo narrativo fisso, ma espone i propri personaggi a colpi di scena ed evoluzioni distopiche e spiazzanti.
Efficaci i disegni di Charlie Adlard, il cui stile nervoso e sintetico fa da efficace rappresentazione visiva dei testi, aggiungendo un’atmosfera opprimente nella scansione degli eventi grazie ad una descrizione curata e credibile di ambienti e personaggi.
Concludendo, al di là dell’elemento horror, The Walking Dead è una serie che non solo fa da specchio ad un’umanità allo sbando per individualismi sociali, crisi economica, mancanza di lavoro e tensioni razziali, ma scava anche un solco nell’animo del lettore, il quale di fronte agli eventi descritti finisce per chiedersi cosa lui avrebbe fatto, o cosa sarebbe stato capace di fare, in quella determinata situazione.
Per un “semplice” fumetto queste non sono cose di poco conto.


Paolo Pugliese
Torna in alto