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Salvation Run

Salvation RunIl progetto di questa miniserie nacque più di dieci anni da un’idea di George R. R. Martin, il famoso scrittore fantasy, autore tra l’altro del best seller le Cronache del ghiaccio e del fuoco.
In origine doveva trattarsi di un Elseworlds intitolato Exiles in Paradise, ma dopo alcune bozze di sceneggiatura il tutto si arenò a causa di diversi contrattempi.
Dan DiDio volle recuperare l’idea in occasione di "Final Crisis", ma per gli impegni dello scrittore il lavoro fu affidato a Bill Willingham e al disegnatore Sean Chen.
I volumi contengo anche alcuni numeri di Catwoman firmati Will Pfeifer e David López, che la Planeta ha pensato bene di pubblicare per i cospicui rimandi tra Salvation  e la serie dedicata alla Donna Gatto, con l’intenzione riuscita di rendere più fruibile l’intera storia.

La trama è molto suggestiva ed accattivante. I peggiori criminali della Terra vengono catturati e confinati su di un pianeta lontano e selvaggio, ironicamente chiamato Salvation, dove non potranno più nuocere alla società ma avranno la possibilità di costruire un mondo nuovo a loro immagine, oppure soccombere.
Fanno parte dell’avventura tutti i più famosi cattivi DC, dai nemici di Flash a Joker, da Lex Luthor a Vandal Savage e Catwoman, oltre ad una pletora di personaggi minori. Non mancano i parademoni di Desaad che giustificano l’aggancio al citato crossover di prossima pubblicazione in Italia e  Martian Manhunter, l’unico supereroe ad apparire, in incognito, nella saga. Sono i malvagi infatti i protagonisti assoluti di ogni episodio.

La serie si presenta con tutti i presupposti per diventare un classico del genere supereroistico, o almeno come un’occasione per un interessante esperimento.
Il prodotto finale però è tutt’altra cosa: molte delle potenzialità offerte dalla trama e dai personaggi sembrano essere state sciupate o sviluppate frettolosamente, e ciò che si va a leggere assomiglia molto più ad un’Isola dei Famosi per supercriminali.
La suddivisione e la lotta in fazioni capeggiate da Joker e da Luthor sembrano piuttosto scontate, ma sono le caratterizzazioni a non convincere. I due nemici mortali di Batman e Superman sembrano solo riflessi sbiaditi di quei micidiali e raccapriccianti geni del male.
Chen offre una buona prova alle matite, migliore di quella di Willingham alle penne, ma anche le sue tavole sembrano soffrire di quei peccati di indecisione, incompiutezza e superficialità che sembrano affliggere l’intera opera.  
Meglio gli episodi di Catwoman, sia grazie alla bravura di López che alla vicenda raccontata da Pfeifer; è grazie infatti ai numeri incentrati su Selina Kyle se resta desto l’interesse nel corso degli albi e Salvation raggiunge la piena sufficienza.  

La lotta per la sopravvivenza e per l’affermazione del più forte degrada l’uomo e lo riporta allo stato animale, mentre magari sul supercriminale potrebbe sortire l’effetto contrario, riducendolo ad un bullo capriccioso e violento.
È probabile tuttavia che non fosse quest’ultimo l’effetto voluto dalle migliori intenzioni di Willingham.


Francesco Borgoglio
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