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ANIMAls 1

ANIMAls 1Rivista di fumetti e narrative varie, ANIMAls giunge nelle edicole per rinnovare l’epoca delle riviste d’autore italiane, che negli anni ’70 e ’80 avevano raggiunto la loro massima espressione.
Lo fa modernizzando il concetto, ossia aprendosi ai nuovi media e con prospettive variegate.
Così abbiamo da una parte storie – purtroppo tutte di breve durata – realizzate da autori di un certo richiamo e spessore artistico come il premiatissimo Gipi, i prodigiosi David B. e Paolo Bacilieri, l’ottimo Davide Toffolo insieme a due autrici di recente formazione (Lucia Mattioli ed Elisabetta Benfatto), la promessa francese Bastien Vivès, il guastatore Makkox e il bravissimo illustratore Riccardo Mannelli.

Fin qui nulla di particolarmente innovativo a leggere i nomi, ma se andiamo ad analizzare brevemente noteremo che Vivès e Makkox sono artisti tecnologicamente più esposti grazie alle escursioni telematiche nei loro blog, dove ritroviamo le stesse atmosfere più versate per l’uso della parola che per quello puramente illustrativo, nonostante entrambi siano in possesso di un segno molto personale. Queste stesse storie provengono dal loro bagaglio internet e ne sono la proposta in formato cartaceo, tutta da scoprire ma altresì limitante.
Gipi, autore anche delle immagini di copertina e retro, propone un breve flash abbastanza rappresentativo della sua arte, mentre di Toffolo apprezziamo la prima parte di una storia promettente. Bravo David B. con la sua atmosfera angosciante, non particolarmente ficcanti ma superbamente illustrate le pagine di Mannelli.
Semplici riempitivi Mattioli e Benfatto, magari non abbiamo ben compreso la loro poetica. Così come le quattro strip – autori lo stesso Makkox, Vanna Vinci, Tuono Pettinato e Lorena Canottiere – che fanno da contorno/contrappunto alle storie poco aggiungendo al menu.

Nella sezione redazionale spiccano le illustrazioni di Lorenzo Mattotti a Venezia e lo stralunato Ugo Cornia di cui leggiamo un racconto scritto con il suo stile buffo e legato al linguaggio parlato.
Non ci convince del tutto l'impostazione un poco disomogenea (letteratura, cinema, illustrazione e quant'altro), avremmo preferito un'unica linea anche monotematica nella stanza delle parole scritte.

Una rivista che non c’era, che mancava e che probabilmente avrà il suo spazio nel cuore degli appassionati, ma che dovrà giocoforza fare i conti con la sua impostazione piuttosto sbilanciata tra il popolare, o quanto meno ciò che è più legato alla modernità, e l’elitario. Le premesse lasciano abbastanza fiduciosi, grazie alla professionalità di figure quali Laura Scarpa e alcuni collaboratori della rivista quali, tra gli altri, l’ottimo Luigi Bernardi.


Giovanni La Mantia
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