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Brave Story 1

Brave Story 1La J-Pop presenta sul mercato italiano il primo numero del recente Brave Story di Yoichiro Ono, realizzando un lancio promozionale simile a quello fatto per 666 Satan di Seishi Kishimoto.
Facile intuire il motivo per cui l'editore punti molto su questo prodotto. Brave Story è la trasposizione a fumetti dell’omonimo romanzo in due volumi di Miyuki Miyabe. Dal romanzo, Ono ha ricavato un manga in 20 volumi, serializzato inizialmente su "Weekly Comic Bunch" della Shinchosha.
Nel 2006 lo studio Gonzo ha prodotto un film d’animazione diretto da Koichi Chigira e distribuito dalla Warner Bros che è stato successivamente nominato nella categoria "Animation of the Year” ai Japanese Academy Awards del 2007.
Inoltre la Namco Bandai ha prodotto una serie di videogiochi per le piattaforme Sony e Nintendo.

La trama, in breve: Wataru Mitani è un classico studente delle scuole medie, bravo ragazzo, capace nei videogame, meno in tutto il resto. La sua vita subirà una svolta dopo l’arrivo a scuola di un nuovo studente: Misturu Ashikawa. Il ragazzo, apparentemente perfetto, in realtà è un “Viaggiatore” del mondo di Vision, terra fantastica a cui si può giungere varcando Kaname, una porta dimensionale. Solo chi possiede il “dono” può penetrarla e Wataru, a suo insaputa, è tra coloro che possono oltrepassarla.
Fra i due ragazzi si instaura un rapporto traballante, questo a causa anche dei problemi familiari che tormentano i due giovani. Le loro divergenze, però, paiono appianarsi quando dei mostri varcano la porta per entrare nel mondo reale.

In questo primo numero Yoichiro Ono preferisce concentrarsi prevalentemente sull’aspetto realistico dedicando ampio spazio alle vicende familiari e scolastiche dei protagonisti. La storia procede, dunque, lentamente costruendo una trama che, senza eccessi e senza fretta, appassiona pian piano il lettore.
Ad un primo sguardo, Brave Story potrebbe sembrare il classico shonen, in realtà non è così. L’autore non si abbandona ai tradizionali siparietti comici-demenziali presenti in molti prodotti simili, o almeno non ne abusa, e inserisce più di un aspetto drammatico nella vicenda senza scadere nel retorico, il tutto in maniera lineare e al tempo stesso non banale. Così come i disegni, puliti e chiari nello storytelling, spettacolari quando serve.
Un numero che è essenzialmente introduttivo, ma che ha il pregio di narrare gli eventi con la giusta cadenza narrativa. Aspettiamo i prossimi numeri per giudicare il prodotto quando entrerà nel vivo.


Gennaro Costanzo
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