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Batman: Black and White

Batman: Black and WhiteBatman: Black and White è un ponderoso tomo di 700 pagine che raccoglie per intero i tre volumi che composero l’omonima serie, più qualche bonus. Le settantacinque storie brevi raccolte, per lo più fuori continuity e rigorosamente in bianco e nero, affrontano diversi aspetti dell’Uomo Pipistrello e del suo mondo, secondo la sensibilità dei numerosissimi autori coinvolti. Ne scaturisce un mosaico variegato che osserva il mito batmaniano da più angolazioni e con interessi differenti, restituendo il ritratto multidimensionale di un personaggio capace di essere il contenitore delle più disparate riflessioni, tematiche, pulsioni, narrazioni.

Data questa estrema varierà interna, risulta pressoché impossibile esprime un giudizio univoco sulla qualità generale del volume: ogni autore, con il suo particolare approccio, può incontrare o scontentare il gusto dei diversi lettori. Ognuno, a seconda delle proprie inclinazioni e della propria idea su Batman, rimarrà affascinato da alcune storie e tradito da altre. Dunque non è tanto alle storie in sé che conviene guardare (né sarebbe pensabile farlo in questa sede), quanto piuttosto all’operazione in generale. E per capire se questa sia un successo, prima è necessario chiedersi quali fossero i suoi fini.

Come già detto, il risultato finale della lettura si risolve in un ritratto piuttosto sfaccettato di Batman e del suo mito. Eppure, storia dopo storia, la sensazione è che ad essere vero protagonista non sia in realtà il Cavaliere Oscuro, né – come si potrebbe presumere – l’uso del bianco e nero (elemento, questo, sviluppato appieno solo in alcuni degli episodi). Il centro dell’attenzione è invece occupato proprio dalla grande varietà di autori al lavoro. La curiosità è catturata dalla ricerca di un ulteriore punto di vista, della nuova idea di uno scrittore o della particolare visione di un illustratore. A rivestire interesse è quindi in ultima istanza il carattere antologico del volume, il suo presentarsi come una corte che offre ospitalità agli artisti del suo tempo dando loro modo di esprimere il proprio punto di vista sul padrone di casa, dispiegando tutto il proprio estro.

Se dunque l’operazione che si voleva portare a termine era questa, essa può dirsi felicemente conclusa. In tal senso, il suo successo può essere rintracciato proprio nell’assoluta incoerenza interna tra le storie, che in alcuni casi arrivano addirittura a fare a pugni tra loro non solo per stile, ma anche per assunti teorici e interpretativi rispetto al personaggio. In quest’ottica, va sottolineata l’intelligenza dimostrata dall’editor Mark Chiarello nel reclutare gli autori: da mostri classici come Dick Giordano, John Buscema, Joe Kubert, Gene Colan, a istituzioni batmaniane quali Bruce Timm, Matt Wagner, Paul Dini, Klaus Janson, Dennis O'Neil; da artisti di prima grandezza quali Alex Ross, Kevin Nowlan, Brian Azzarello, Tim Sale e Alan Davis, a leggende viventi come Moebius, Katsuhiro Otomo, Tanino Liberatore. E questo per citarne solo alcuni, neanche secondo un criterio di importanza.

Dunque un volume più che consigliabile, per chi fosse interessato a tanta abbondanza di menti e mani eccelse al lavoro su un grande personaggio. Ottima anche la “confezione”, anche se con qualche incertezza di troppo nel lettering della parte finale.


Valerio Coppola
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