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Horror Collector

Horror CollectorLee So Young riesce a dare il meglio di sé nel raccontare per immagini storie immerse in un’atmosfera gotica, nelle quali amore, dannazione e bellezza vanno di pari passo con il suo tratto sontuoso, volutamente innaturale ed idealizzato nelle proporzioni e nel tipo di fisicità che tratteggiano.

Horror Collector narra della vicenda di due collezionisti, il bel tenebroso Eblis e l’irriverente e angelico Sin. Loro interesse sono gli oggetti maledetti e gli strumenti di morte, distinzione che tuttavia non appare mai del tutto netta. Due protagonisti dalla morale discutibile, per i quali i confini tra bene e male sembrano oscillare pericolosamente a seconda dei loro desideri personali.
Ben presto oltre alle storie legate ai singoli oggetti di cui i due vengono in possesso, si delinea una grande cornice narrativa che prende il sopravvento nel corso dei numeri. È la storia di Elizabeth, fanciulla maledetta da un destino di creatura sanguinaria e amata di Eblis, che dopo averla perduta in un lontano passato riesce ad averla comunque accanto grazie ad una bambola di porcellana che sembrerebbe contenerne l’anima, oggetto da cui egli non si separa mai. Un amore di cui Sin sembra essere geloso. Ma i rapporti tra i personaggi sono molto più complicati di quel che sembra, e hanno radici profonde e dolorose. Sino ad una conclusione tragica e poetica allo stesso tempo.

Il problema principale di questo manwha, come per le altre opere di questa autrice, è la trama che tende a divenire sin da subito poco chiara, sfociando nella confusione per i continui inserti narrativi che non appaiono ben collegati nell’intreccio. Accade di non riuscire a seguire un filo logico e di trovarsi ulteriormente confusi dalle aggiunte che dovrebbero fungere da spiegazione per alcuni aspetti delle vicende narrate.

Per chi apprezza lo stile dell’autrice, tuttavia, questo fumetto è una vera festa per gli occhi. Ci sono splendide pagine occupate interamente da primi piani dei personaggi, in cui si nota la delicatezza e l’accuratezza della matita della loro creatrice. La vicenda inoltre ha comunque il suo fascino cupo e malinconico, grazie al quale si perdonano alcuni aspetti non sempre chiari della trama.


Ylenia Semenzato
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