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Angelo: Rivelazioni

Angelo: RivelazioniDi quel gruppo originale degli X-Men che fece il suo esordio nel lontano 1962, Warren Worthington III alias Angelo, poi Arcangelo, è quello che forse ha avuto meno fortuna e seguito se pensiamo a Ciclope, Bestia, Uomo Ghiaccio, per non parlare di Jean Grey.
Eppure si tratta di una rappresentazione mitologica presente in maniera diversa in tutte le culture mediterranee, che possiede potenzialità narrative straordinarie, ennesima geniale creazione di quella coppia inegugliabile di artisti che furono Stan Lee e Jack Kirby.

Roberto Aguirre Sacasa ha compreso benissimo tali potenzialità ed ha saputo onorare appieno questa eredità. La storia si sgancia dall’attuale continuity. È ambientata durante la giovinezza del protagonista, durante la sua straordinaria e sconvolgente mutazione, ma è in perfetta sintonia con il modello di eroe Marvel, punto di riferimento ed immedesimazione giovanile.
Warren è uno straordinario atleta, esce con la più carina delle ragazze ed è il più invidiato studente del college ma ha un difficilissimo rapporto coi genitori, cinici e distaccati. All’apice del suo successo succede qualcosa di inaspettato e incomprensibile al suo corpo, che inizia a mutare. Quell’incredibile cambiamento lo sprofonderà in un totale e completo isolamento, se non fosse per il giovane, inseparabile amico Palmer.

Entra prepotentemente nel racconto la religione, o meglio i suoi ministri, nei panni di due raccapriccianti sacerdoti, padre Reynolds che sta a testimoniare quanto ancora aperta sia la ferita degli abusi sessuali perpetuati da uomini di chiesa in America ed un innominato esorcista, nemico giurato dei diversi, delle “creature diaboliche”, in cui traspare forse la figura di William Stryker, il fondatore dei Purificatori, futuri nemici mortali dei mutanti.

Questo volume è avvincente e doloroso, una metafora riuscita del malessere e della fragilità adolescenziale, e le tavole di Adam Pollina ne scandiscono magistralmente le fasi. Lo stile personalissimo dell’artista si sposa benissimo con la drammaticità degli episodi, le figure allungate, esageratamente longilinee e filiformi accentuano la sensazione di stupore e stordimento ma anche di segreta intimità, trasformando il lettore in uno spettatore intento a spiare la scena da una serratura o attraverso uno specchio che ne deforma la visione.
Un plauso è più che dovuto al colorista Matt Hollingsworth per la qualità ed espressione cromatica delle tavole, spesso dei veri affreschi.

Un fumetto eccellente, in cui ogni storia e disegni sono sinonimi di qualità creativa e manifestazione di vero talento.


Francesco Borgoglio
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