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Y, L’ultimo Uomo 11 - La variabile Y

Y, L’ultimo Uomo 11 - La variabile YCon questa uscita si congeda Y, L’ultimo Uomo la serie di Brian K. Vaughan che si pone con merito a fianco delle storiche collane Vertigo che l’hanno preceduta del rango di Sandman, Invisibles o Preacher (non a caso citato in una delle prime pagine del volume).

Avevamo lasciato Yorick e la fidata 355 su di un treno in Russia intenti a raggiungere Parigi, con la speranza di poter finalmente incontrare Beth, a distanza di 5 anni dall’evento che ha portato alla quasi totale estinzione del cromosoma Y dalla faccia della Terra.

Per l’occasione si conferma il team creativo originale, con Pia Guerra ai disegni, e al gran completo è anche il cast di comprimari, con Hero, “l’altra” Beth, Natalya e, immancabili, le soldatesse israeliane.

Quale sarà in destino di Yorick Brown e quindi dell’umanità?

L’unico pericolo che poteva correre il finale di questa saga era di essere scontato o prevedibile. Ecco perché non si può che rimanere soddisfatti di quest’ultima prova che, in quattro parole, non fa mancare niente.

Al lettore vengono date (quasi) tutte le risposte, ma non sempre saranno quelle che si presume potesse desiderare, tanto che alla fine sarebbe forse stato meglio non chiedere. E per quelli che “Sì, ma dopo cosa accade?”, il corposo epilogo dato dalla puntata finale sembra messo apposta per loro.

Emozioni, sorprese e salutare dei vecchi amici, ecco cos’è la lettura di questo libro.

Probabilmente l’unica pecca è data dalla spiegazione della causa del “gran depart”. Spiegazione già data nei volumi precedenti ma sulla cui “fragilità” si ritorna anche in questo volume, per voce dello stesso Yorick Brown.

Ma è un peccato veniale, perché dialoghi e sceneggiatura sono brillanti come al solito, praticamente già pronti per passare sul grande o piccolo schermo (non che di per sé sia sempre un bene ma rimane comunque sintomo di versatilità), mentre i disegni non tradiscono le attese così come le copertine del nostro Massimo Carnevale.

Addio Yorick, la tua ingenuità già ci manca un pò.


Andrea "Zio-P" Poli
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