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Ultimate Origins

Ultimate OriginsSuonano le trombe dell’“Ultimate Armageddon”, mentre si mormorano promesse di devastazione sotto il vessillo di Ultimatum, la saga che sconvolgerà il secondo universo narrativo targato Marvel. Così, per prepararci alla fine, Ultimate Origins ci svela il principio: come tutto cominciò, da quali semi nacque e si ramificò la saga Marvel “definitiva”. Ci vengono così raccontate con dovizia di particolari le origini segrete di Capitan America, di Nick Fury, di Wolverine e dei mutanti, di Hulk e di tutti gli altri. Ed è come ci avevano promesso: tutto sta insieme, è tutto collegato.

È diventato ormai esercizio comune dibattere sul valore artistico del lavoro di Brian Michael Bendis, chiedendosi se ci si trova di fronte a un genio o a un volpone in possesso di una buona tecnica. Sia quel che sia, una cosa è certa, e Bendis l’ha dimostrata a più riprese: la sua capacità di progettare saghe di ampio respiro, e di tenere sotto controllo il mosaico anche per lunghissimi periodi, seminando qua e là indizi più o meno veri. E in tal senso, con Ultimate Origins diventa chiaro che anche in questo caso il lavoro dello scrittore nell’Universo Ultimate non è mai “andato a braccio”. Con questa miniserie risulta del tutto evidente la presenza di un’idea, di un progetto unico e organico che ha costituito il sottofondo e il canale di scorrimento per le principali linee narrative dal 2000 ad oggi. E nel caso si fosse persa di vista, viene riaffermata una volta per tutte la peculiarità e la novità dell’Universo Ultimate (facendo anche vedere, per contrasto, quando e dove sulle varie testate si è persa la bussola).

Bendis costruisce una storia nella quale davanti agli occhi del lettore si ricompone un quadro generale coerente e articolato, in cui davvero ogni elemento pare legato agli altri. Ne risulta una sensazione di completezza e compattezza, che pur considerando molteplici aspetti sembra non divagare mai, ma raccontare sempre qualcosa di significativo e fondamentale. Eppure l’operazione non si risolve in un semplice e sterile elenco di eventi esposti a macchinetta. L’intelligenza della narrazione consiste nell’utilizzare in maniera nuova un escamotage quanto mai classico per i conoscitori dell’Universo Marvel, ma svelato solo verso la fine del volume e funzionale anche agli sviluppi futuri. La storia in sé tiene alto il livello di attenzione, con continui colpi di scena e un giusto livello di pathos. Nel contempo, via via che vengono svelati gli eventi passati, procede anche una linea d’azione nel tempo presente, la quale chiuderà un cerchio e ne aprirà un altro tutto da scoprire.

Unica nota dolente, una gestione dei tempi forse troppo astratta, che riconduce tutti gli eventi letti in questi anni sulle testate Ultimate a un arco narrativo di appena sei mesi. Ma in fondo, per i lettori di comics questo tipo di sospensione dell’incredulità è da considerarsi pane quotidiano.
Di grande gradevolezza i disegni di Butch Guice, che con un solido stile non cerca l’inutile effetto, ma è in grado di narrare con efficace discrezione eventi e sentimenti dei protagonisti. In tavole sobrie ma capaci di variare e colpire al momento giusto, va in scena un tratto dal gusto classico che non risulta mai inadatto, veicolando in modo perfetto il racconto di fatti che attraversano epoche diverse e decenni di storia.

Seppure non ci troviamo di fronte a un capolavoro, Ultimate Origins è comunque un’ottima storia che raggiunge appieno i suoi obiettivi, gettando una luce molto significativa sulle storie lette negli ultimi anni sotto l’etichetta Ultimate. Una funzione di raccordo svolta in maniera egregia, che porta a definire senza troppi dubbi questa storia come uno snodo imprescindibile per gli appassionati di questo universo narrativo.


Valerio Coppola
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