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Il Massacro del Circeo

Il Massacro del CirceoNel 1975 un avvenimento drammatico scosse l’opinione pubblica italiana.
Tre giovani della “Roma bene” segregarono ed abusarono di due diciassettenni, uccisero una delle due e tentarono di fare lo stesso con l’altra. Quest’ultima si salvò miracolosamente e venne ritrovata, sotto shock, all’interno della bauliera di un’auto insieme al cadavere dell’altra, Rosaria Lopez.
Al disgusto e all’indignazione per il fatto in sé (che venne anche letto in chiave sociologica e politica) si aggiunse la rabbia dopo la fuga all’estero di uno dei tre criminali, che, morto in Africa a distanza di anni, non è mai comparso di fronte ad un giudice.

BeccoGiallo decide di prendere questa pagina nera della cronaca italiana per riproporla nella collana “Cronaca Nera”, ed il volume esce in un momento in cui questo tipo di argomenti è purtroppo sotto i riflettori. Sono temi che toccano in modo diverso la sensibilità delle persone, tanto che all’uscita del volume si è scatenata una ridda di polemiche intorno ad un presunto messaggio misogino insito nella copertina, probabilmente non troppo riuscita.

Leonardo Valenti decide di raccontare l’avvenimento partendo dalla fine, ossia dalla liberazione di Donatella Colasanti. Si prosegue alternando il racconto degli eventi precedenti con le dichiarazioni rese dagli accusati agli inquirenti, in modo da raffrontare la loro versione dei fatti con quanto in effetti è accaduto. Infine viene descritto l’epilogo della vicenda, amaro come il resto del libro.
Il Massacro del Circeo non edulcora, imprimendo su carta la malvagità, la meschinità e la totale assenza di valori di tre individui che, dietro la maschera di “bravi ragazzi” (ed è questo il reale messaggio che vuole dare la copertina), nascondevano una ben più oscura personalità. Descrive inoltre la caparbietà di una sopravvissuta che si è estesa ben oltre il momento della tragedia, nelle aule dei tribunali e davanti ai giornalisti.

Per quanto riguarda i disegni, le prime tavole di Fabiano Ambu sono molto ben curate, originali e con un tratto piacevole che richiama lo stile del fumetto poliziesco tanto popolare all'epoca dei fatti. Andando avanti però il momento di grazia sembra passare e, benché sempre incisivo, i disegni perdono un po’ di mordente.

Importante la parte finale che, oltre a fare la cronistoria degli eventi, riporta vari avvenimenti del periodo, in modo da far comprendere meglio al lettore il momento storico in cui la vicenda è accaduta.
Questo libro non potrà lasciarvi indifferenti, ma più probabilmente saranno il preambolo e la chiusura del volume a portarvi alle riflessioni più difficili, ossia il dato impressionante sul numero di donne che in Italia subisce violenza e sul fatto che solo in minima parte tali violenze vengano denunciate. Tenuto conto di ciò, forse non è un male che l’argomento sia sotto i riflettori, e volumi come questo, nel loro piccolo, aiutano nell’intento.


Andrea "Zio-P" Poli
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