Menu

Absolute Authority 1

Absolute Authority 1Nel 1938 Joe Shuster e Jerry Siegel crearono Superman e con lui il genere supereroistico.
Nel 1962, con Spider-Man, Stan Lee ne cambiò la concezione, creando il “supereroe con superproblemi” ed il motto “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”.
Nel 1999, Warren Ellis amplificò e distorse il concetto del sorridente Stan con The Authority.
Nato da una costola di Stormwatch, questo gruppo di eroi si erge al di sopra di tutti i governi e opera in nome di una più alta autorità morale per salvare il mondo da tutto ciò che lo minaccia.
lo spirito del ventesimo secolo Jenny Sparks, il Dio delle Città Jack Hawksmoor, il costruttore ipertecnologico Engineer, lo sciamano Doctor, la cacciatrice alata Swift, il Re del sole Apollo e il notturno guerrafondaio Midnighter: questi sono membri di Authority e fanno tutto quello che è necessario per rendere il mondo migliore... anche distruggerlo.

Absolute Authority è quanto di meglio si potesse avere per apprezzare fino in fondo i primi dodici numeri della serie e i primi tre story-arc: "il Cerchio", narrante l’attacco di Kaizen Camorra; "Vascelli di traslazione", dove una Albione di un mondo parallelo dichiara guerra al nostro mondo; e "Tenebra", che vede il ritorno di "DIO", grande antico di lovercraftiana forma, responsabile della creazione della nostra galassia e ritornato a noi per riprendere ciò che è suo.

Ellis lavora di sottrazione per creare quella che si è rilevata essere un’opera seminale: i suoi personaggi sono privi di moralità e le loro azioni non differiscono da quelle dei loro antagonisti.
Il confine tra il bene ed il male viene abbattuto, e l’unica differenza tra Authority ed il nemico di turno e la fazione di appartenenza, così che Jenny e compagni non si pongono problemi nell’uccisione di migliaia di innocenti o nella distruzione di interi continenti, se questo serve alla costruzione di quello che sarà un futuro migliore.
La narrazione investe il lettore come un fiume in piena, prosegue in maniera concitata per rallentare solo alla fine degli archi narrativi, in modo da far prendere fiato al lettore, in attesa di un altro giro nelle montagne russe.
 
Come, giustamente, fa notare Brian Hitch nella post-fazione, questo volume (ri)presenta ai lettori un caso più unico che raro di lavoro di gruppo.
La paternità di The Authority non è e non può essere attribuita al solo Warren Ellis; nel progetto tutti hanno avuto un ruolo fondamentale e tutti sono equamente responsabili del prodotto finale.

Le fantastiche matite di Hitch, arricchite dalle precise chine del veterano Paul Neary e colorate dal fantasmagorico lavoro di Laura Depuy: il team giusto, al momento giusto, nel progetto giusto.

The Authority sarebbe poi proseguita nelle mani di Mark Millar e Frank Quitely che, mantenendo lo stile narrativo “widescreen” e l’esagerata violenza dei predecessori, avrebbero aggiunto irriverenza e spirito rivoluzionario al gruppo, portandolo all’apice del successo.

Poi, purtroppo, la qualità iniziò a calare.


Cris Tridello
Torna in alto