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New York

New YorkUno dei passi successivi all’homo sapiens sapiens potrebbe essere l’homo urbanus. Questa particolare specie si distingue per una serie di appendici in origine sconosciute al suo antenato: protesi come i muri, le finestre, i tombini, i lampioni e altri simili organi, ormai indispensabili per lo svolgimento delle basilari funzioni vitali di questa creatura.
È proprio su tali oggetti che Will Eisner si concentra con New York, compiendo una minuziosa indagine antropologica sull’abitante della grande città, che passa per l’osservazione minimalista di tutti quegli elementi di arredo urbano presenti ovunque e dati per scontati. La scoperta di Eisner è semplice quanto convincente: è dal mosaico composto da tutti questi oggetti che si può evincere l’anima di una città, dalle storie che inevitabilmente sono custodite in ogni tombino, treno o palazzo che compongono la città stessa. Attraverso il racconto della miriade di vicende che stanno dietro e dentro la materia cittadina, Eisner ricostruisce un quadro dell’uomo urbano che crea e abita quella materia, osservandolo con un acume e una comprensione che lo proiettano a pieno titolo tra i bardi del nostro tempo.

L’architettura di New York è alquanto composita. Il volume è diviso in quattro parti, che presentano gli altrettanti graphic novel con cui l’autore descrisse la vita cittadina. Ognuno di questi, a sua volta, accoglie al suo interno una serie di storie, la cui gamma spazia dalla narrazione di intere biografie al racconto di vicende che si consumano nell’arco di pochi minuti, passando da capitoli di una certa lunghezza, fino ad arrivare a bozzetti di vita quotidiana compresi in una pagina. Ne risulta una struttura estremamente variegata, come una sorta di matrioska che rivela una storia dentro l’altra.
In questo quadro, ciò che più colpisce è la coerenza della logica interna di tutto il volume: nonostante la ricca varietà di racconti, registri narrativi e tematiche, si ha sempre la netta impressione di trovarsi all’interno della medesima realtà, e di vederne di volta in volta solo un altro aspetto, nuovo e allo stesso tempo solito. La frammentazione in tanti miniracconti non si traduce affatto in una discontinuità narrativa, permettendo invece una lettura piacevole e scorrevole.

La maestria di Eisner si sprigiona in tutta la sua valenza in ogni tavola. L’espressività dei personaggi, tragicomica nella sua esagerazione caricaturale, riesce comunque a mantenere una dimensione sempre molto reale e tangibile. Luci, ombre, inquadrature, composizione della tavola: la potenza narrativa del disegno in sé risulta così efficace da ridurre al minimo la necessità di testo, comunque sempre caratterizzato da un fraseggio sobrio, ridotto all’indispensabile e senza sbrodolamenti.

Ma il vero valore artistico in queste pagine sta davvero nell’anima del lavoro e del suo autore. Risiede nella capacità di Eisner di cogliere le dimensioni del quotidiano in maniera semplice e diretta, raccontando con un tocco profondamente umano cose ed emozioni di tutti i giorni, e riuscendo a mostrarne i risvolti più sorprendenti. O quanto meno a spogliare del loro velo di abitudine le esperienze con cui ogni abitante di una città ha familiarità, ma che ormai stenta a vedere davvero.
In definitiva, un volume piacevole se si è in cerca di una lettura leggera, ma anche stimolante e significativo se si desidera riflettere con occhio critico su alcune questioni così vicine alla vita umana come sono quelle che riguardano la dimensione urbana: un saggio sulla “Città”, intesa come contesto e risultato di azioni e relazioni umane.


Valerio Coppola
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