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Banana Football Club

Banana Football ClubAncor prima di immergersi nella lettura di Banana Football Club, il lettore più attento non può non soffermarsi a riflettere su quanto sia raro vedere una pubblicazione a fumetti, made in Italy, dedicata al mondo del calcio. Come è possibile che non si sia sviluppata una tradizione narrativo-fumettistica su questo sport in un Paese vincitore di ben quattro titoli mondiali rimane alquanto oscuro.
Un titolo come Captain Tsubasa (Holly e Benji), proveniente dal Giappone dove i manga e gli anime sportivi sono un genere molto seguito, riscuote da vent'anni un successo che non conosce tramonto nel Belpaese. Malgrado ciò, se si escludono un paio di commedie di successo (e anche al cinema, a differenza di altre nazioni, il genere è poco sfruttato), null’altro o quasi è stato prodotto.
Ed è per questo motivo che, ancora prima della lettura, il volume scritto e disegnato da Otto Gabos e basato sul primo libro della serie di Roberto Perrone, risulta una piacevole sorpresa.

Pierpaolo è un tredicenne della Milano bene che, a causa di un ambiente familiare un po' chiuso, ha negli anni acquistato un carattere introverso. Preoccupata per l'atteggiamento del figlio e per i chili di troppo che il ragazzo ha messo su, la madre segue il consiglio dell'arzilla nonna Pilar (che è anche narratrice del racconto) e iscrive il giovane alla Matrone F.C., società calcistica con illustre passato e palestra di nuovi talenti. Qui Pierpaolo conosce Nino, detto Foglia Morta, ragazzo di umili origini ma abile nel gioco, e fra loro si instaura una solida amicizia. I due formano la coppia d'attacco della Matrone e conducono la squadra in vetta alla classifica, ma gli interessi finanziari di Anselmo Pettinati, avido presidente della società, porteranno all'esonero dell'allenatore e allo scioglimento della coppia d'attacco, mettendo a dura prova l'amicizia fra i due calciatori.

Gabos, sulla scia di Perrone, narra una storia di amicizia, intrighi e vittorie, attento a delineare con precisione i propri personaggi e lasciando alle spalle ogni vicenda agonistica. La narrazione per vignette è più volte sospesa per dare la possibilità al personaggio di Nonna Pilar di raccontare i retroscena e portare avanti il racconto. Il tutto è accompagnato dal tratto originale, e a volte caricaturale, di Gabos che predilige le linee sottili che la colorazione ben evidenzia.

Una buona prova per l'autore cagliaritano (di fede e di origine), messa in risalto dalla solita ottima cura dei prodotti Rizzoli, non proprio economici. Chissà che non si prosegua con la serie e con gli adattamenti a fumetti.


Gennaro Costanzo
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