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Il Re dei Fiumi

Il Re dei Fiumi Il re dei fiumi è un lampo nell'acqua, una sagoma informe e possente che divora tutto, è l'ombra nitida del tempo che mangia l'uomo.
Ma è anche un racconto delizioso di vita vissuta e timori infantili, un esempio intelligente di come si possa utilizzare il fumetto per tornare a sé, al proprio mondo, alle proprie radici.

Il protagonista del racconto, inaspettatamente, è un teschio. Pezzi di cranio trovati e custoditi gelosamente da un bimbo più sorpreso che spaventato, ossa che un tempo avevano una faccia ed erano vita.
È lì che parte il viaggio. Dalla spiccata immaginazione di un ragazzetto che, forse per la prima volta, si trova a dover fare i conti con il passato, con la storia, con il retaggio di una vita lasciata lì a marcire nel suo giardino.
Utilizzando il pretesto di quel piccolo teschio riportato alla luce con un po' di stupore, l'autore tratteggia personaggi tipicamente umani e squarci di calore familiare, contadino, fino a giungere alla vera e propria leggenda del re dei fiumi, l'enorme pesce che dal profondo delle sue acque si ciba di tutto ciò che lo soddisfa.
I personaggi di Marino Neri sono come lampi nelle campagne modenesi, in cui l'autore è nato e ha vissuto e che sa mettere in scena con sentito entusiasmo, spazi ampi e ovattati popolati da improbabili caricature umane. E dal fiume Secchia, che quando trova il coraggio di straripare sa essere possente e famelico.

Vincitore alla prima edizione del concorso Komikazen, l'autore dimostra una maturità stilistica invidiabile: Il Re dei Fiumi riesce ad essere un brillante e delicato excursus sulla vita che si fa guardare  con lo sguardo dell'infanzia, sulle pennellate di fantasia che solo l'occhio di un bimbo può spalmare sulla realtà troppo grigia degli adulti.
Il Re dei Fiumi si lascia leggere perché scende in profondità, fin dentro al lettore. Lo ghermisce in una morsa salda e lo trasporta in un vortice di luoghi, simboli, cose, persone che hanno qualcosa da dire.
Le tavole di Marino Neri stupiscono per stile e forza espressiva, costruite come sono su bianchi e neri dai confini spesso definiti, che quando si mescolano hanno l'arroganza di invadere lo spazio con pennellate vigorose.

Ne Il Re dei Fiumi le cose hanno un peso. Addentrandosi nel racconto si percepisce il dolore per il tempo che passa e porta via tutto, che depaupera ogni cosa della sua essenza vitale; ci si intristisce semplicemente perché le cose, al di là del valore che noi diamo loro, restano semplici e sole cose.
Ma ci si sente più ricchi. Perché in mezzo alla "morte", agli oggetti paralizzati e inerti sepolti nel fiume dei ricordi, il protagonista riscopre in se stesso un'inconsueta vitalità, e noi con lui. Diluita con l'amara consapevolezza che gli uomini sono tutti, a loro modo, degli onnivori, orgogliosi e indomabili re dei fiumi.


Luca Baboni
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