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Thor 116

Thor e i Nuovi Vendicatori 116Esattamente un anno fa Ed Brubaker privò l’Universo Marvel di uno dei suoi eroi più carismatici, ed esattamente un anno dopo, sulla stessa testata Panini, lo restituisce.

“La Morte del Sogno” debuttò sul numero 104 di Thor e i Nuovi Vendicatori del novembre 2007. Fu un albo scioccante e un apprezzabile speciale di 96 pagine, lontanamente paragonabile a questo.
Come allora era assente ma giustificato il padrone di casa della collana, il Dio del Tuono infatti sarebbe riapparso regolarmente solo a maggio grazie all’opera di Michael Straczynski. D’altra parte tre delle consuete quattro storie pubblicate per albo avevano come protagonista Cap, mentre la quarta era riservata come consuetudine a Ms.Marvel.
Nel numero in oggetto non si comprende l’assenza dell’episodio dedicato a Thor se non con la spiegazione di volere evitare un offuscamento di scena reciproco da parte dei due grandi supereroi. Sorge allora la possibilità di interrogarsi sulla scelta delle serie americane ospitate dalla testata o forse meglio sul titolo stesso, se la presenza di uno o dell’altro Vendicatore può diventare ingombrante.
Un’altra non piccola mancanza è la presenza di un solo episodio dedicato a Capitan America; ci sono infatti ben due episodi di una storia più che anonima di Ms. Marvel e la conclusione di Brian Bendis sulla caccia al criminale Hood.

Pubblicizzare l’albo con il logo “96 pagine” associato al ritorno di Cap e con un aumento di 50 centesimi risulta a dir poco imbarazzante.  La vicenda è ben ordita, non mancano neppure i riferimenti all’odierna crisi dei mutui, ma non presenta nulla di memorabile, rinvigorita unicamente dal tratto morbido e patinato di un artista della classe di Steve Epting.

La serie ideata da Brubaker in due atti, “La Morte del Sogno” appunto e “Il Peso dei Sogni”, ci ha accompagnato per un anno intero rimanendo sempre su livelli molto interessanti. Il ritorno dell’eroe a stelle e strisce doveva esserne la naturale conclusione trionfale, ma il risultato atteso è lontano.

Brubaker, premiato meritatamente con l’Eisner Awards 2008 come “miglior sceneggiatore”, era riuscito ad incollarci alla pagina e a commuoverci con la scomparsa di un’icona del fumetto americano, ma non è riuscito a fare altrettanto proponendone il ritorno, forse perché è il ritorno di un Capitan America, non di Steve Rogers.

Lo stesso restyling del personaggio non convince.
La maschera è inconfondibile così come lo scudo, ma ora la calzamaglia è quasi una cotta scintillante su pantaloni militari che non ci azzeccano nulla. La pistola poi è quanto di più estraneo esista alla figura e al carattere di Capitan America.
In verità l’autore fa dire al protagonista stesso che mai potrà sostituire Steve Rogers, ma solo raccoglierne la pesante e gloriosa eredità.

Che si tratti solo di un Capitan America ad interim quindi?

Chissà, Secret Invasion ha in programma molte sorprese…


Francesco Borgoglio
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