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Trigger 1

Trigger 1Trigger è stato innescato.
La nuova miniserie di Ade Capone non segna solamente il grande ritorno in edicola del creatore di Lazarus Ledd a dieci anni da Morgan, ma vorrebbe essere, negli intenti, un modo nuovo di fare fumetto.
Un modo che, a detta del suo stesso autore, segue la strada delle più moderne serie americane quali "Lost" o "Heroes" ma che, permetteteci di dirlo, più che arricchire il fumetto rischia di appiattirlo sul solco già tracciato da altri media.

Trigger per ora non stupisce.
Ma a sua discolpa va detto che nemmeno vuole farlo, essendo questo primo numero solo un assaggio, una panoramica sui quattro nuovi personaggi che fungeranno da colonna portante della serie e che sono qui presentati singolarmente in tranche di 24 tavole: Sun Linch, Patrick, Grace Ross e Milton Margai non sono un gruppo, ma quattro sconosciuti residenti in zone geografiche diversissime tra loro (Hong Kong, Milano, Las Vegas e un villaggio della Sierra Leone), le cui storie parallele confluiranno nel sesto e ultimo numero.

Per ora la serie intriga, e va bene così.
È ancora presto per parlare esaurientemente di Trigger, del suo legame con la genetica e l'origine della vita o di quanto realmente funzioni la sua tanto sbandierata struttura narrativa corale e parallela, ma va riconosciuta una certa abilità di Capone nel tratteggiare fin da subito i quattro personaggi principali: nonostante le poche pagine a disposizione, l'autore ci restituisce personaggi già abbastanza solidi e credibili, anche carismatici.
I quattro diversi disegnatori (cinque, se includiamo Elia Bonetti, che ha disegnato il prologo), hanno invece il merito di mantenere una certa coerenza stilistica e di sfornare uno storytelling sempre efficace e anche abbastanza spettacolare e cinematografico: su tutti vale la pena di segnalare la prova di Matteo Mosca (Hong Kong) e Sergio Gerasi (Milano).

Capone imbastisce un'opera che strizza l'occhio al pubblico televisivo, ma che vorrebbe raccogliere consensi anche tra i più giovani, tipicamente lettori di manga: non è un caso che due personaggi su quattro siano ragazzini (Sun Linch e Milton Margai), così come non deve stupire il fatto che l'autore attinga da quel bacino straordinario che è la Silver Age del fumetto americano, in particolare il Rinascimento Marvel, che ha saputo avvicinare l'icona superomistica ai problemi della persona comune (nella storia di Sun Linch, l'approccio e i ruoli dei comprimari incarnano palesemente lo spirito dello Spider-Man di Stan Lee).

Trigger ha delle potenzialità.
Aspettiamo di vedere come si evolverà la trama, come si intersecheranno i personaggi, come Capone riuscirà a raccontare quattro vite parallele in soli sei numeri e un anno di vita.
Intanto godiamoci il suo grande ritorno, la rentrée di un autore che ha la grande capacità di raccogliere tante idee dall'immaginario collettivo per poi amalgamarle in un mix unico, attraverso una tecnica narrativa affinata nel corso degli anni: seppure un po' retro nei dialoghi e nel modo di far recitare i personaggi, Capone ostenta una grande forza narrativa, una capacità unica di arrivare al lettore in modi tutt'altro che standard.
Ora diamo fiducia ai suoi personaggi: hanno carisma da vendere.


Luca Baboni
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