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Jan Dix 3

Jan Dix 3Con “Nostra Signora delle Api”, l’ultimo personaggio di casa Bonelli archivia il terzo albo bimestrale facente parte di una miniserie ancora da definire nel numero delle pubblicazioni, ma che probabilmente, come nel caso della precedente creatura di Carlo Ambrosini, Napoleone, asseconderà le aspettative e il favore dei lettori.

Ancora un investigatore sui generis per Ambrosini, che dopo l’ex-poliziotto italo-francese, portiere di notte in un albergo svizzero, ci propone un esperto d’arte olandese, consulente dell’importante Rijksmuseum di Amsterdam.
L’arte è e vuole essere il filo conduttore della serie, il movente o il pretesto attorno al quale tessere e sviluppare la vicenda, nonché l’amore e la professione che condividono il personaggio principale e la bella fidanzata Annika.

Le storie fino ad ora convincenti ed equilibrate, contengono in giusta misura richiami alla psicologia piuttosto che al mistero, con sprazzi di elementi noir ma anche di divertimento e civetteria.

I personaggi come le storie hanno spessore e personalità senza mai cadere in stereotipi o cliché. Non solo sono godibili i caratteri principali come lo stesso Jan Dix, tipo sicuramente molto attraente fisicamente ed intellettualmente, così come la gelosissima fidanza Annika, ma anche tutta una serie di comprimari tra cui sicuramente spicca proprio in questa storia la seducente ispettrice De Clerk.

L’episodio in questione è incentrato sulla scomparsa di alcune raffigurazioni di dubbio valore ma dai retroscena torbidi ed oscuri.

Un serial killer di prostitute, mutilate come nella prima opera scomparsa, un barbone sospettato degli omicidi ed un ricco e misterioso antiquario sono le chiavi di volta di una trama ancora una volta ben concepita e sviluppata.
Un terzo albo che conferma la nuova felice intuizione di Ambrosini e Bonelli, e che ripropone al grande pubblico un artista straordinario come Paolo Bacilieri. Il suo stile eclettico e trasformista ci offre in questa occasione un tratto essenziale eppure estremamente espressivo, unito ad una dote naturale nel rendere al meglio i personaggi più disparati.

Si può confessare candidamente che sia in gran parte merito suo se insieme a Dix è lo stesso lettore a perdere la testa per l’irresistibile ispettrice De Clerk.


Francesco Borgoglio
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