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Devil & Hulk 140

Devil & Hulk 140Ci sono tanti tipi di fumetti.

Ci sono i fumetti “onesti”. Come, ad esempio, la sesta parte della run “Fratelli di Guerra” che si congeda assieme alla conclusione di World War Hulk. Greg Pak, Jeff Parker e Leonard Kirk offrono infatti un classico (e fondamentalmente poco originale) fumetto di supereroi la cui unica parte interessante è quella in cui si formalizza l’ascesa di Ercole & Co. quali protagonisti della testata.

Ci sono i fumetti “comicamente onesti” quali i Pocket Marvel di Chris Giarrusso o il micro “What if?” di Fred Hembeck che chiudono l’albo e ancora dedicati a WWH.

Poi ci sono i “buoni fumetti” come il Devil di Ed Brubaker (ed una pletora di disegnatori con in testa Micheal Lark) il quale, nella quinta parte di “Senza Paura”, continua a lasciare Matt Murdock nella tortura psicologica che da anni caratterizza la sua serie, attualmente personificata da vecchi (Mr. Fear) e nuovi (Hood) personaggi, comunque ben caratterizzati da uno degli scrittori più “caldi” degli ultimi anni.

Infine ci sono i “fumetti eccellenti”, quelli che, per un motivo o più, si discostano nettamente ed in positivo dalla media, quelli che ti fanno pensare di aver fatto una scelta saggia quando hai iniziato a leggere le nuvole parlanti. I fumetti come Echo di David Mack, che qui si conclude. Eccellenti innanzi tutto dal punto di vista grafico: così come la sua eroina, Mack ha aggiunto nei suoi stili la lezione di Bill Sienkiewicz e i suoi disegni (o meglio “dipinti”, come fa notare Giuseppe Guidi nella scheda di approfondimento) sembrano la continuazione di “Amore e Guerra” o “Elektra: Assassin”. Tanto che, quando una certa ninja di rosso vestita appare in una tavola (e, si noti bene, senza che ne sia rivelato il volto) al vecchio lettore viene un tuffo al cuore. Ma non sono solo le splendide pennellate e scelte cromatiche di Mack a fare di Echo un fumetto speciale, la stessa storia è peculiare. Trattasi infatti di una sorta di “autobiografia” della protagonista che racconta la sua vita, i suoi incontri (in quest’ultimo numero, ospite speciale Wolverine) ed in particolare il rapporto con il suo handicap, la sordità. Il tutto rende Echo così inusuale da richiedere un surplus di attenzione rispetto alle letture precedenti, tanto che viene da chiedersi se una pubblicazione in volume non sarebbe stata le scelta adeguata. D’altro canto se l’unica alternativa possibile era tra una pubblicazione serializzata e l’oblio editoriale ben venga la prima.

Infine l’albo viene impreziosito da una della ultime cover del compianto Micheal Turner.


Andrea "Zio-P" Poli
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