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Mad Sonja 1

Mad Sonja 1La Disney ci riprova.
Cerca di bissare gli inizi smaglianti delle Witch e di Monster Allergy con questa serie nata da idee tedesche, sviluppate poi da autori italiani.
È la storia di Sonja, una ragazza senza genitori, che vive con la zia e ogni notte è tormentata da terribili incubi che confida al suo psicologo.
La sua vita va avanti ogni giorno, tra studio, amici e qualche cotta, ma giunge una svolta inaspettata quando un mostriciattolo salta fuori dal suo zaino…

È evidente come il prodotto sia stato confezionato (bene tra l’altro) per aver un certo appeal su un pubblico adolescente, sfruttando tutta una serie di richiami alla cultura e ai costumi contemporanei: la prima pagina è costruita come la pagina di un blog, e ci introduce al personaggio presentandocene pensieri ma anche gusti.
Con la stessa sensibilità, il mondo e la vita quotidiana di Sonja vengono descritti in maniera accurata, mostrandoci in dettaglio gli eventi che ne scandiscono le giornate: dalle lezioni a scuola, al pub con gli amici, dalle chiacchierate sulla metro, alle sfide sul molo.
Questo permette alla protagonista e al suo svariato entourage di risultare abbastanza approfonditi nelle loro spiccate personalità, tutte sufficientemente credibili.

Il problema è che, per ottenere questo risultato, l’albo lesina dannatamente sulla storia e sulla narrazione.
Nelle 48 pagine che lo compongono, la trama non decolla, non accade nulla se non personaggi che parlano e parlano. Sembra quasi di assistere ad un capitolo di un manga. Con la sola differenza che in volume ce ne stanno parecchi capitoli uno dietro l’altro. Qui invece finito l’albo si dovrà aspettare un mese per leggerne la prosecuzione. Considerando che questa prima storia non riesce neanche a creare una premessa o uno status quo per la serie (in poche parole, non è che si capisca bene di che cosa parli questo Mad Sonja), si resta con la sensazione di non aver letto niente.

Ad alzare il giudizio complessivo su questo primo numero, ci sono i disegni.
Il tratto è ricco di contaminazioni, ma al tempo stesso personale ed eclettico. Mostra grande cura per le acconciature e i vestiti dei personaggi, quasi a considerare il loro look come parte dell’espressione della loro personalità.
I colori sono brillanti e vividi, e caratterizzano con sapienza i diversi ambienti in cui si svolge la vicenda.

Tirando le somme, un inizio un po’ povero per una serie ben disegnata con delle buone potenzialità.


Gianluca Reina
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