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Liberty Meadows 4 - Cuore di ghiaccio

Liberty Meadows 4 - Cuore di ghiaccioQuel Frank Cho ne sa una più del diavolo. E anche una in più di Hugh Hefner.
Stanchi di una vita pesante, del lavoro, della politica, di qualsiasi altra cosa? Il dottor Cho ha la cura per voi: la meravigliosa leggerezza di Liberty Meadows. Lo scenario è semplice: animali parlanti e un po’ schizzati in un parco protetto che li accoglie e li cura, accanto a umani con problemi di cuore e una sfiga mica da ridere (anzi sì). Ah, e un sacco di donnine, belle donnine prosperose come le sa fare solo lo zio Frank.

La comicità di Liberty Meadows è quanto di più eclettico si possa trovare. C’è di tutto: dalla becera volgarità fatta di doppi sensi a sfondo sessuale, alla stralunata follia da Looney Tunes, dalla tenera ingenuità di personaggi decisamente sopra le righe, a qualche velato spunto di satira politica. Il tutto ben infarcito di citazioni che strizzano l’occhio agli appassionati dei vari micromondi pop e che non risparmiano nessuno.
Ma quel “Macaco” di Frank Cho mica si ferma qui. Perché fra tutte queste cose riesce a inserirci anche delle belle sottotrame più o meno lunghe, tipo quella della mucca psicopatica che cerca vendetta sull’orso nano e sulla rana toro, o quella dove il leggendario e malefico pesce gatto la fa di continuo all’ostinato direttore di Liberty Meadows. Per non parlare della lunga storia d’amore (?!) sotto traccia tra i due protagonisti umani, che è il vero filo conduttore degli eventi e che ci mette quel poco di suspense che ci vuole pure. Un rapporto complicato da triangoli e quadrilateri amorosi che non ci stanno mica male, visto che ci sono tutte quelle donnine provocanti, volenti o nolenti. Sempre con humor, si intende…

Qualcuno dice anche che Frank Cho sa disegnare (le donnine, di sicuro). Forse quel qualcuno si riferisce all’espressività dei volti, sia quella più realistica, sia quella più cartoonesca e d’impatto degli straordinari animaletti fuori di testa. Oppure pensa proprio a quegli animaletti: stupidi, bastardi, dolci, convinti, capaci di farsi esplodere e divorare dalle formiche, di perdersi il cervello e di ubriacarsi da far pena. O magari guarda a come Cho riesce a sconvolgere la ferrea struttura della striscia a fumetti, a come è capace di trovare soluzioni nuove ed efficaci, a come piega quello spazio fisso ai propri scopi e lo rende una variabile fondamentale. O, ancora, forse ha in mente quelle donnine procaci, che dove possono sbucano fuori (l’avevamo già detto?).

Da sottolineare anche il merito dei tipi della Salda Press, i quali con le loro note e i loro approfondimenti contribuiscono ancor più a far apprezzare queste impareggiabili strisce.


Valerio Coppola
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