Menu

Universo Alfa 2

Universo Alfa 2Nell’intervista apparsa sul primo numero del Comicus Magazine, Michele Medda domandava al suo interlocutore quale fossero per lui i motivi per cui Nathan Never avesse sviluppato, nel corso degli anni, un così alto numero di spin-off e serie parallele.
Il motivo è che forse la serie che avevano ideato i tre autori sardi nel lontano 1991 non aveva per protagonista solamente un uomo, ma un vero e proprio universo. Un universo che, spinto dall’energia provocata dal big bang creativo, ha continuato ad espandersi nello spazio e nel tempo.
E così nel corso degli anni abbiamo visto fiorire diverse linee temporali, trame secondarie che hanno provocato la nascita di albi speciali, e personaggi secondari che hanno visto guadagnarsi sul campo il diritto di possedere serie personali.

È il caso, quest’ultimo, di Legs Weaver, che nell’arco di pochissimo tempo è passata dal rango di comprimaria a quello di co-protagonista fino ad arrivare ad avere una testata mensile con sopra scritto il proprio nome. Una serie dalla vita travagliata, spesso criticata ad esempio per il mancato coraggio di aver esplicitato l’omosessualità della protagonista, ma che ha avuto comunque l’onore di presentare al pubblico bonelliano Luca Enoch e di crescere una generazione di fumettiste di primissimo livello. E che dopo più dieci anni di vita editoriale e ben 119 albi mensili si è conclusa un paio di anni fa.

Ma la fisica insegna che l’entropia è una grandezza sempre crescente, e l’universo neveriano non può regredire. Se aggiungiamo poi che certi personaggi sanno essere più forti delle leggi editoriali, era logico aspettarsi che prima o poi Legs Weaver facesse capolino nelle edicole italiane.
Lo scorso anno la redazione che cura le avventure dell’Agente Alfa aveva varato una nuova collana semestrale al cui interno inserire alcuni nuove serie a rotazione. La prima storia era stata dedicata alla Sezione Eurasia dove un nuovo gruppo di agenti si lanciava alla conquista della Russia del futuro.
La seconda è stata dedicata a Legs Weaver e al suo gruppo di compagni. L’espediente per reintrodurre la ex-agente è semplice, ma proprio per questo azzeccato. L’Agenzia Alfa si trova spesso a dover affrontare delle situazioni oltre il filo della legalità nelle quali non può spendere il suo nome, e ha bisogno quindi di qualcuno che faccia per lei il lavoro sporco. E chi meglio di Legs Weaver? Ad accompagnarla in questa nuova fase della sua vita ci sono Janet, telepate e sua nuova compagna, l’ex pirata spaziale Orson e la giovane esperta di computer Kathy.

La storia è raccontata da uno Stefano Vietti particolarmente in forma ed evidentemente molto a suo agio nel gestire questo personaggio. Molto ben costruita la scena iniziale, con il ricordo della relazione tra Legs e l’ex collega May Frayn, così come tutte le parti in cui i personaggi esprimono le proprie emozioni e i propri sentimenti senza cedere alla morbosità, ma lasciando elegantemente intendere quello che sta succedendo. Le due scene di intimità che aprono e chiudono l’albo rappresentano con una particolarmente azzeccata simmetria quello che è stato e quello che sarà.
Purtroppo la trama in cui viene inserito questo rientro è abbastanza banale, l’avversario poco incisivo e così nella parte in cui il sentimento lascia spazio all’azione, ad eccezione della prima lunga e coreografica sparatoria, la storia perde mordente e diventa a tratti noiosa. In questo non aiuta la solita verbosità bonelliana, che obbliga lo sceneggiatore a spiegare nei minimi dettagli ogni minimo passaggio.

La parte grafica è affidata a Patrizia Mandanici, una delle ragazze cresciute sulle pagine di Legs Weaver, e scelta migliore non poteva essere fatta. La sua Legs è una donna matura, lontana anni luce dalle pin-up che spesso il fumetto propone, segnata dalla vita e dalle sconfitte, ma mai battuta e sempre pronta ad affrontare le sfide che il destino le mette davanti.

Quella che si è aperta con questo albo è la terza parte della vita editoriale di questo personaggio, una fase meno vincolata dalla periodicità e forse per questo più congeniale, una fase che potrebbe interessare anche a coloro che vedevano la vecchia serie regolare con un po’ di scetticismo.


Federico Castagnola
Torna in alto