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Kickback

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A Franklin City esiste un accordo.
Una routine che a nessuno fa comodo violare.
I poliziotti e il loro giro, le buste degli "onesti commercianti" che cambiano di mano, il concedere la giusta privacy a chi l'ha meritata.
Un equilibrio cinico ma indispensabile perché la città continui a vivere serenamente. Per evitare inutili guerre.
Se vuoi fare il poliziotto a Franklin City, è meglio che lo impari velocemente. Ed è anche meglio non farsi troppe domande, o non chiedersi troppi "come sarebbe se…".
La realtà è questa e, che ti piaccia o meno, perpetrarla significa fare bene il tuo lavoro.
Joe Canelli è uno che fa bene il suo lavoro. Nonostante suo padre non perda occasione per sbattergli in faccia la grande colpa di non reagire, di non tentare di cambiare una routine che lo rende troppo simile ai criminali. Suo padre è un idealista, un sognatore. Il mondo vero ha regole diverse da quelle che vorremmo.
Regole che, a volte, sembrano portarci nella direzione opposta rispetto a quella in cui vorremmo andare.

David Lloyd si cimenta, da solo, con il romanzo grafico, e per farlo sceglie una storia noir. Un poliziesco ambientato in una sporca città con un protagonista altrettanto sporco. Ma anche la storia di un uomo e della sua capacità di prendere in mano il proprio destino.
Un canovaccio classico per il genere, ma raccontato con un gusto per l'immagine e l'atmosfera degno del cinema di David Lynch, con una trama che oscilla tra il reale e l'onirico e con un incedere caratterizzato da continui cambi di velocità e di registro. Dalla lentezza di alcune closure, quasi da fermo immagine, alla velocità esasperata che strattona il lettore tra una scena e l'altra.
Uno spessore narrativo secondo solo allo spessore grafico delle tavole di Lloyd, la cui pastosità abbiamo già imparato ad amare su V for Vendetta, e che qui troviamo ancora più mature, in grado di riempire gli occhi riuscendo ad esser al contempo essenziali nel loro raccontare.

Tutte caratteristiche che possono rendere Kickback un piccolo capolavoro agli occhi di alcuni, o una lettura difficile, se non ostica, per altri. Quello stesso alternare passaggi lenti ad accelerate improvvise rischia infatti di spiazzare, allontanando il lettore da una storia che invece, divorata tutta d'un fiato, è senz'altro in grado di soddisfare ogni tipo di palato.
Perciò prendetevi un po' di tempo per voi e per la vostra passione, e lasciate che Franklin City vi avvolga con l'odore delle sue strade.


Davide "Curioso" Morando
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