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Shaolin Cowboy 1

Shaolin Cowboy 1: La Vendetta di Re Granchio e Mr. EccellenteGeof Darrow è un pazzo.
È uno che riesce a inserire in un'unica, insensata storia un cowboy orientale che vaga negli sterminati territori americani in sella a un asino (fin troppo) parlante, un granchio di stirpe reale maestro di dodici forme di "jujitsu animale", e una creatura secolare e scarnificata che ha abbandonato moglie e figli e ora si dedica anima e "corpo" a uccidere il nostro protagonista.

Shaolin Cowboy è un condensato raffinatissimo di puro nonsense: senza avere una trama solida alle spalle, l'opera di Darrow ghermisce il lettore e lo trascina in una spirale di situazioni surreali e strabilianti, grottesche ma raffinate, ricolme di una fantasia vibrante e intensa.
Una fantasia che non si esprime solo a livello visivo, ma anche attraverso i dialoghi esilaranti che l'autore imbastisce e che tratteggiano personaggi improponibili ma stranamente poetici.
Non c'è altro modo di descrivere Shaolin Cowboy se non, appunto, come un condensato di surreale e deflagrante poesia: il suo essere illogico e fuori dagli schemi è un valore aggiunto piuttosto che un banale espediente narrativo.

La limpidezza dello storytelling di Darrow lascia senza fiato: le sue vignette sono istanti dettagliati, sperimentali, di grande forza espressiva e visiva, un perfetto punto di incontro tra "sospensione" e dinamicità: potrebbe accadere che vi fermiate minuti a osservare le singole tavole per scovarne gli infiniti dettagli, mentre vi lasciate trasportare da una forza invisibile che deborda dalla pagina e vi attira magneticamente a sé, e che prende il nome di incredulità; ma, lette in sequenza, quelle stesse tavole non perdono nulla della loro raffinata capacità di raccontare, e non lasciano alcun dubbio sul fatto che Darrow sappia utilizzare con maestria le risorse che il fumetto gli mette a disposizione.

Senza eccedere in virtuosismi fini a se stessi o in imbarazzanti contorsioni grafiche, l'autore sperimenta - e molto - senza mai disgregare la struttura della pagina, che in questo modo resta lineare e sempre perfettamente leggibile.

Croce e delizia dell'opera, il suo carattere grottesco può disorientare o al contrario entusiasmare.
In entrambi i casi, è comunque impossibile trasmetterne a parole l'intima essenza: molto meglio immergervisi dentro senza chiedersi perché.

Benvenuti nell'Asino-Caverna di Geof Darrow. Che, permetteteci di ripeterlo, è meravigliosamente pazzo.


Luca Baboni
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