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100% Cult Comics - Matrix 1

100% Cult Comics - Matrix 1Non è solo questione di business. C’è di più, dietro lo sfruttamento di un brand polimediale come Matrix, che negli anni si è rivelato una fonte quasi certa di introiti. Lo dimostrano gli autori coinvolti in 100% Cult Comics - Matrix 1, che, ancora prima dell’azione e del suo potenziale spettacolare, hanno colto l’essenza di una trama dagli enormi risvolti sociali. E sociologici.

Ce n’è per tutti, in questo mix di brevi racconti a fumetti (e non solo) che rispettano e, talvolta, addirittura esaltano il senso di una delle colonne portanti del cinema recente e dell’immaginario contemporaneo. Si va dallo stile inconfondibile di Bill Sienkiewicz al bianco e nero spigoloso di Ted McKeever, dal racconto testuale di Neil Gaiman (illustrato ancora da Sienkiewicz e da Gregory Ruth) al dinamismo di John Van Fleet, dalla poesia muta (o quasi) di Dave Gibbons alla colorazione luminosa di Dave McCaig (su storia e disegni di Troy Nixey), dall’intermezzo metatestuale di Peter Bagge ai toni classici di un David Laphalm impegnato a raccontare la tragicità dell’amore, dagli spunti ecologisti di un geniale Paul Chadwick al significato dell’arte secondo Ryder Windham (su disegni di Kilian Punkett e colori di Jeremy Cox). Chiude il realismo pittorico di Ruth, in un assolo che approfondisce l’aspetto leggendario ed eroico di chi si oppone alla dittatura silenziosa di Matrix.

A deludere è probabilmente la storia di apertura, disegnata da un Geoff Darrow troppo bidimensionale e scritta proprio dai creatori del mito a cui questa raccolta fa eco. Paradossalmente, il racconto di Larry e Andy Wachowski è quello che più di tutti si allontana dallo spirito della saga. Forse una specie di prequel, ma concettualmente più vicino ad Asimov che alla trilogia della “matrice”.

Quello che si presenta come il primo di più volumi antologici, è un Animatrix su carta che mette in luce le mille e più facce di un plot che ha lasciato un marchio indelebile, e che evidentemente si presta a una moltitudine di interessanti reinterpretazioni.


Simone Celli
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