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100% Marvel Best - X-Men Nuovi Mondi

100% Marvel Best - X-Men Nuovi MondiTerzo volume per la ristampa del ciclo di Grant Morrison su New X-Men. In questo tomo, disastri umanitari, gialli metropolitani e un tour globale colmo di imprevisti. Morrison presenta un mondo pieno di incertezze e paure il cui perno è proprio la questione mutante: una questione tratteggiata in modo tutt’altro che banale, come se si trattasse di buoni e cattivi, mutanti e umani. La raffinatezza della storia, che è allo stesso tempo il suo realismo, sta tutta nel non semplificare la situazione, ma nel raccontarla attraverso molteplici sfaccettature e punti di vista. A rinforzare tale condizione contribuiscono personaggi dalla caratterizzazione sofisticata e contraddittoria, ben differenziati l’uno dall’altro, e forse proprio per questo capaci di interagire in un’alchimia davvero efficace.

Questi personaggi non sono né buoni né cattivi. Non sono neanche dei buoni che presentano il loro lato oscuro, o viceversa. Molto più semplicemente, sono personaggi reali in balìa del mondo e pronti a cambiare idea, a mettersi in gioco. Il successo dell’operazione di Morrison è tutto qui: la messa in gioco. Stravolgendo protagonisti e contesto, mood e modus operandi, lo scrittore recupera l’essenza degli X-Men, ossia l’evoluzione. Paradossalmente, per ritrovare le proprie radici e la propria forza, questi personaggi devono sempre cambiare, mai essere uguali a se stessi. È il punto fermo di tutto il corso degli eventi. È l’“evolvi o muori” teorizzato da Joe Quesada non fine a se stesso, poiché qui è riempito di un contenuto vero, oltre che funzionale alla storia. Così è naturale vedere personaggi compiere azioni che pochi anni prima sarebbero state considerate come uno “sporcarsi le mani”: se il mondo cambia bisogna adattarsi, questo è il motivo di fondo dell’evoluzione.

Sul fronte grafico, i nomi sono importanti e i risultati giustificano la loro fama (a parte il solo Keron Grant, un po’ sotto la media). John Paul Léon sposa la propria sobrietà con le chine ruvide di Bill Sienkiewicz. Igor Kordey conferma tutta la suadenza del suo tratto morbido e sporco. Phil Jimenez e Ethan Van Sciver risaltano per la loro composizione armoniosa e cura per il dettaglio. E i disegni di Frank Quitely, con il suo originalissimo stile, aiutano la storia a raccontarsi più a fondo e ad assumere particolari sfumature. Tuttavia, forse proprio questa estrema varietà, pur di ottimi artisti, rappresenta un inconveniente per il volume nel suo complesso: si risente infatti di una discontinuità e di una frammentazione stilistica che pregiudicano la possibilità di una lettura uniforme e fluida.


Valerio Coppola
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