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Storia di una Pornostar

Storia di una PornostarNeil Strauss è un giornalista/romanziere/biografo statunitense; ha scritto il romanzo cult "The game. La bibbia dell'artista del rimorchio" e alcune biografie su artisti controversi come Marylin Manson, i Mötley Crüe, il chitarrista Dave Navarro e la pornostar Jenna Jameson.
Proprio dal libro su quest’ultima, Neil trae spunto per la storia del suo primo fumetto; lo intitola nello stesso modo (in originale, How to make movie like a porn star) e decide di affidarne i disegni a Bernard Chang, con il quale aveva già lavorato.

Protagonista di Storia di una Pornostar è Claudia Corvette, attrice hard ormai a fine carriera. Rapinata e malmenata dal suo ex produttore ed amante, sola e sull’orlo del suicidio, nell’ultimo disperato tentativo di riscatto chiama un taxi per andare a vendicarsi, ma viene rapita dal tassista maniaco sessuale, che la lega e la costringe a raccontare la propria storia.
Da qui si sviluppa un improbabile intreccio, degno del migliore (o peggiore?!?) Garth Ennis: vendicativi principi arabi dalla sessualità dirompente, madri omicide scomparse, criminali da strapazzo senza scrupoli e pornostar addestrate militarmente sono gli ingredienti di quello che, presumibilmente, vuole essere un omaggio all’industria più ricca del mondo!
Per introdurre i vari capitoli che compongono la storia principale, gli autori, usano splash pages che ricalcano, nel titolo e nella forma, immaginarie locandine di film pornografici e, come intermezzo, si sono inventati finte pubblicità, annunci, storyboard di film hard e giochi… il tutto, ovviamente, in tema.

Purtroppo Neil dà il meglio di sé proprio in questi intermezzi, mentre la storia principale diverte, senza però mai esaltare. Tutt’altro effetto, invece, fanno i disegni di Chang, che sa donare rotondità alle sue protagoniste e, sperimentando vari stili grafici, riesce a "staccare" dalla storia principale tramite i vari flashback e intermezzi.

Edizioni BD, come di consueto, ci offre una confezione impeccabile sotto ogni punto di vista, anche se, per un’operazione come questa, avrebbe giovato maggiormente un formato più “povero”, che esaltasse maggiormente il tono “trash” del volume e che potesse far abbassare il non indifferente prezzo di copertina.



Cris Tridello
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