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Cuore dell’Impero tomo secondo

Cuore dell’Impero tomo secondoEra la fine del 2005 quando Comicus annunciava che, dopo una lunga attesa, sarebbe uscito a breve il secondo volume di Cuore dell’Impero, il seguito del cult Le Avventure di Luther Arkwright. Purtroppo l’attesa si è prolungata per altri due anni, e solo nell’ottobre scorso il volume è effettivamente andato in stampa.
Al di là di tutti i commenti che si possono fare, questo ritardo va ad incidere su quella che è al lettura e la godibilità della storia che, originariamente pubblicata nel 1999 come miniserie in 9 parti, è in realtà un’unica saga.

In effetti iniziare la lettura da questo volume è come entrare in un cinema e vedere il secondo tempo di un film. Nella circostanza, l’attrice protagonista è la principessa Victoria, figlia di quel Luther Arkwright che già una volta aveva salvato l’Inghilterra e l’universo.
Se nel primo volume erano state gettate le basi della storia, qui arriviamo al compimento. Luther è dato per disperso e la monarchia, retta da una corrotta (in tutti i sensi) regina Anna, è allo sfacelo. Molti sono i nemici, all’interno ed all’esterno del regno. A partire dal cardinale Barberini, che ha una missione per conto del Papa, ai gerarchi dello stesso esercito di sua maestà con in testa mire golpiste, fino ad un pericolo ancora più grande, celato, appunto, nel cuore dell’impero e capace di stravolgere l’intero sistema di universi paralleli. In mezzo, l’oppressa principessa Victoria, che troverà un decisivo aiuto proprio dal ritrovato padre. E se c’è Luther, può essere lontano Harry Fairfax? Ecco che, come ai vecchi tempi, e nonostante gli intenti pacifici di Luther, una nuova squadra decisamente sui generis è pronta all’azione contro i nemici dell’Impero. Così, mentre le trame ad orologeria si infittiscono, ci avviciniamo ai fuochi artificiali finali anche perché… vedrete il più grande fuoco d’artificio mai immaginato!

Il sequel di Luther Arkwright non lascia con l’amaro in bocca. Certo, non è paragonabile all’originale, che aveva probabilmente già detto tutto e che è diventato nel tempo una pietra di paragone nel campo dei comics. Quella che abbiamo ora di fronte è una storia onesta, senza le sperimentazioni che fecero grandi “Le avventure …”, ma con una buona trama, uno storytelling ottimo e l’ottima parte grafica che gli estimatori di Talbot hanno imparato a conoscere. Un bel fumetto quindi, in ogni caso fuori dagli standard del fumetto seriale, tanto che, se non si avesse tale informazione, non ci si renderebbe conto che si sta leggendo un’opera di quasi 10 anni fa.

A conclusione del volume è presente inoltre una corposa ed interessante sezione di extra, contenenti pubblicità d’autore, schede e note informative, nonché un breve omaggio a Luther by Neil Gaiman e Dave Mc Kean.


Andrea "Zio-P" Poli
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