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100% Cult Comics - Down

100% Cult Comics - DownCon Down, Warren Ellis conferma ancora una volta la sua fama di scrittore poliedrico capace di spaziare tra i diversi generi dei comics spingendosi questa volta nel poliziesco, ovviamente alla sua maniera.

La protagonista, Deanna Ransome, è una poliziotta talmente borderline, per indole e presenza fisica, da potersi confondere facilmente con i criminali che combatte.
Ed in effetti è questo il suo lavoro, infiltrarsi nelle gang della città per ottenere informazioni utili o, come nella nuova missione affidatale, per scalarne la gerarchia e decapitarne gli organi direttivi.
Ma questa volta ci sono tre problemi.
Il primo è che a capo dell’organizzazione c’è un ex-poliziotto che, da infiltrato come Deanna, ne ha eliminato il boss e ha preso in mano le redini del business.
In secondo luogo la protagonista ha un punto debole: in passato è stata violentata, e questa ferita, lungi dall’essersi rimarginata, la porta ad agire in modo irrazionale (o quantomeno contrario agli ordini ricevuti) quando “sente odore” di stupro.
Infine, scalare i vertici di un’organizzazione criminale non è propriamente una salita, ma piuttosto una discesa nel peccato e nella parte più pericolosa dell’animo umano.

A livello grafico il volume parte in modo eccellente dato che a Cully Hamner si affiancano il talentuoso Tony Harris di Ex- Machina ai disegni, nonché Ray Snyder e Dexter Vines alle chine.
Successivamente (ed inspiegabilmente) Hamner viene lasciato solo e, benché il suo tratto sia piacevole, più vanno avanti le pagine, più la qualità dei disegni si abbassa in modo evidente.

Per quanto riguarda storia e sceneggiatura Warren Ellis fa un lavoro egregio, imbastendo una storia ed un personaggio intriganti. Si rimane perplessi quindi nel costatare come tale “patrimonio” venga bruciato interamente (e nel finale osiamo un “frettolosamente”) in questo volume unico, quando sarebbe stato possibile usarlo per molte più pagine sfruttando i numerosi spunti contenuti nella storia.

Visto quanto sopra, quindi, ci troviamo di fronte ad un libro che parte quasi come un capolavoro e finisce lasciando un po’ di amaro in bocca, ma che comunque si eleva sopra la media generale.
Un plauso inoltre al (non chiaramente individuato) curatore delle note all’albo, in cui lo stesso rende giustizia agli autori ed alle loro opere, noncurante della casa editrice che le ha pubblicate, quando tali spazi troppo spesso si riducono ad una vetrina/pubblicità utile ad elencare i soli lavori detenuti dell’editore.


Andrea "Zio-P" Poli
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