Menu

Castaka 1

Castaka 1: Dayal, il primo antenatoLa gloriosa saga dell'Incal, affresco tecnoscientifico dell'immaginifico sceneggiatore cileno Alejandro Jodorowsky, maestro dell'arte affabulatoria applicata al fumetto e al cinema, produce il nuovo spin-off Castaka, da poco presente sul mercato italiano.
Dopo quelle sui Meta-Baroni e i Tecnopadri giungiamo così alle saga delle origini, con un espediente narrativo parimenti utilizzato dallo stesso autore per il prequel dell'Incal.
Certo, non si tratta di una novità ma questa storia - vuoi anche per il disegno particolarmente ispirato di Das Pastoras - risulta davvero piuttosto gradevole e lascia ben sperare per il prosieguo (questo nuovo step è infatti previsto in 3 tomi).

Riteniamo che sarebbe riduttivo considerare questo disegnatore (il cui vero nome è Julio Martínez Pérez) solo un clone di Juan Giménez - il "papà" della saga dedicata ai Meta-Baroni - vista la lunga carriera sviluppata negli anni d'oro delle riviste d'autore iberiche. Das Pastoras qui dà prova delle sue potenzialità forse troppo spesso sopite in precedenza.
Il maestoso uso del colore luminoso, protagonista della volumetria dei personaggi e capace di sopperire ad alcune lievi imperfezioni stilistiche, insieme alla voglia di non fare un semplice compitino, rendono evidente il suo approccio autoriale nel tentativo, a nostro parere riuscito, di affrancarsi dall'ombra del grande Maestro argentino.

Dopo alcune pagine che fungono da raccordo visuale con la storia dei Meta-Baroni, ma che nella linea temporale si posizionano prima degli eventi raccontati nel primo tomo della subsaga realizzata graficamente da Juan Giménez, ci troviamo già in piena azione: nello scenario del pianeta Marmola assistiamo al duello tra il decano Bérard e il figliastro Othon, perché questi sono i dettami del bushitaka, atti a rivelare se costui sarà un successore valido. Bérard vince, ma anziché uccidere Othon, che viene salvato perché leale, gli racconta la storia della sua stirpe, a partire da Dayal, il primo antenato.
Questo sarà soltanto l'inizio di un'epopea in cui il rispetto delle regole sarà infranto tante e tante volte, così come l'onore.

Jodorowsky imbastisce una trama al solito infarcita di elementi quali amori contrastati, senso dell'onore, lotte sfrenate, cospirazioni politiche e tutto il classico scenario comune all'intero disegno generale che compone il verboso ma affascinante universo da lui ideato.
L'espediente del prequel sarà una furberia commerciale per sfruttare al massimo l'appeal e la stessa credibilità dell'autore cileno, ma dobbiamo dire che grazie a questo escamotage chiunque potrà accostarsi facilmente alla storia anche senza aver letto gli oltre 30 volumi dell'intero corpus (e mentre scriviamo sta per arrivare sui banconi francofoni l'ennesimo ramoscello verde del vecchio tronco ancora vitale, adesso per i disegni di José Ladronn).

In particolare piace il ritorno alla centralità dell'uomo in quanto essere organico, in contrapposizione alla tecnologia oppressiva che - soprattutto negli ultimi volumi delle varie diramazioni della saga complessiva, e specie nei Tecnopadri - stava prendendo fin troppo spazio.


Giovanni La Mantia
Torna in alto