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100% Marvel Max - The Punisher 9: L’Uomo di Pietra

100% Marvel Max - The Punisher 9: L’Uomo di PietraTorna Frank Castle, sempre più implacabile, e questa volta semina morte tra i già spietati monti afghani. A condurlo nella regione, una trama che riporta in scena personaggi già apparsi nel corso della serie, e che in qualche modo segna un punto fermo nella loro vicenda.

Garth Ennis, come suo solito, focalizza l’attenzione sui personaggi. La caratterizzazione risulta quasi monodimensionale (ma sempre particolare), rendendo così estremamente efficace la narrazione dell’aspetto più terribile dell’essere umani. La brutalità interiore e senza ritorno dei protagonisti si salda in maniera perfetta con l’orrore della cronaca, la guerra, gli intrighi di potere, la violenza come principio regolatore delle relazioni umane. Il tutto senza banalità o buonismo. Contribuisce alla resa una prosa spartana e diretta, come si addice al contesto. La ricchezza di particolari denota da parte dell’autore una conoscenza non superficiale della guerra e della situazione afghana, ed aiuta in maniera determinante a tratteggiare uno scenario quanto più realistico possibile. Ennis torna inoltre sulla impossibilità di una redenzione da parte del Punitore, condannato a ridiscendere sempre più nella spirale di violenza che lo avviluppa, proprio quando sembrerebbe poterne uscire. Il destino di Frank Castle sembra sempre più immutabile, e questa storia contribuisce a negargli anche le ultime speranze di tornare ad essere un uomo.

Chiudono il già ottimo cerchio i disegni di Leandro Fernandez, la cui impronta molto personale si fa valere soprattutto nella scelta delle inquadrature e in figure già di per sé molto eloquenti; e si raggiunge l’apice nella raffigurazione della ferocia e della furia silenziosa del Punitore. Lo stile molto riconoscibile e particolare non va minimamente a scalfire il realismo delle immagini, dalle più truci alle (poche) più “quotidiane”. I colori contribuiscono, con la loro trama, ad arricchire ulteriormente la scena, senza limitarsi a funzionare da semplice riempimento.

Le splendide copertine di Tim Bradstreet chiudono il volume che, per chi fosse digiuno di pubblicazioni 100%, si conferma un buon formato.


Valerio Coppola
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