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Rock Bottom

Rock BottomLa DOUbLe SHOt, dopo prodotti decisamente lontani dalle atmosfere con tutine sgargianti, artigli adamantini o velocisti scarlatti, sembra fare un passo indietro, presentandoci un volume apparentemente fuori dal coro, in cui si narra la nascita di un nuovo eroe.

In realtà, Rock Bottom (qualcosa come “chiappe di pietra”, mai titolo fu più azzeccato) non ci presenta semplicemente un nuovo eroe in calzamaglia destinato ad ammaliarci con le sue mirabolanti future imprese. È bene essere chiari sin da subito perché Tommy, il protagonista di questa storia, non vedrà la fine della sua avventura. Sorpresa rovinata? Beh, avete mai visto una tragedia con che finisce bene?

Tommy non ha ricevuto un dono, non ha "gradi poteri da cui derivano grandi responsabilità": lui è uno regolare, uno che ama suonare il piano, con un divorzio in corso. Solo che, dall’oggi al domani, fa una scoperta poco piacevole: il suo corpo e i suoi organi si stanno pietrificando, portandolo verso una morte inesorabile quanto dolorosa.

La sua trasformazione, in realtà, è un pretesto con cui il bravo Joe Casey (tutto un altro scrittore rispetto a quando si occupava di mutanti) ci offre uno spaccato di contemporaneità.
In Rock Bottom, c’è il tempo di riflettere sulla condizione dell’uomo Tommy e della società in cui vive, dei meccanismi che la governano, delle logiche che spesso vanno contro i sentimenti e ad appannaggio degli interessi.

In un’ambientazione “clinica”, pulita, quasi da ospedale, suggerita dalle matite leggere e discrete di Charlie Adlard, Casey intesse una storia che è tragedia sin dall’inizio, ma senza scadere nel pietismo.
Anzi, Tommy, nella condizione fuori dall’ordinario in cui si trova, ha anche il tempo di redimersi, in un certo senso, grazie a un atto molto coraggioso, diventando così prima un vero eroe, poi un fenomeno da baraccone mediatico e infine… un monumento a sé stesso.

Ci piace? Bella trama, bei dialoghi, bei disegni… it rocks!



Matteo Mezzanotte
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