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Afterlife 1

Afterlife 1 (Stratelibri, brossurato, 186 pagine in b/n, € 6,50) testo e disegni di Stormcrow Hayes e Rob Steen

Afterlife 01Continua l’invasione Italiana degli american-manga della Tokyo Pop.
Stavolta tocca ad una storia che ci offre l’ennesima versione fumettistica dell’oltretomba.
Nonostante l’aldilà sia uno dei temi più sfruttati nel mondo della fiction, questo Afterlife riesce nell’intento di ideare qualcosa di nuovo e vagamente originale.

L’opera infatti crea un universo in cui, dopo la morte, gli uomini vagano in un limbo, senza uno scopo, senza scontare una pena per i propri peccati, ma anche senza ricevere un premio per le proprie buone azioni, un aldilà dove accanto a madre Teresa di Calcutta possiamo trovare Adolf Hitler e le differenze tra gli individui si appiattiscono di fronte ad una routine eterna.
Alcune delle anime che popolano questo limbo vengo elette da una forza superiore senza nome a diventare Guardiani: potenziati da un esoscheletro, devono proteggere gli abitanti dagli attacchi dei demoni e dalla distruzione che sta coinvolgendo la terra su cui sono approdati.

I Guardiani sono gli unici ad avere uno scopo in questo oltretomba, e forse proprio per questo Thaddeus, uno di loro, diventa estremamente cosciente dell’inutilità dell’esistenza e passa le giornate confidando i suoi dubbi al suo diario. Al contrario, il suo sfigurato compagno di avventure Mercutio si fa poche domande e segue il suo ruolo di Guardiano mentre esplora l’aldilà alla ricerca dell’unica donna che abbia mai amato.
I due personaggi incarnano due filosofie di pensiero diverse, che si incontrano e cozzano ma allo stesso tempo si legano tra di loro.

Se le premesse della storia si rivelano estremamente valide, non altrettanto lo è lo sviluppo.
Il volume infatti prende fin troppo tempo ad introdurci questo mondo e le sue regole, finendo per scorrere stancamente fino all’inizio reale delle vicende, che avviene solo negli ultimi capitoli.
Se l’intera storia indugia molto sui pensieri del protagonista, tale aspetto è invece poco approfondito, se non forzato, nel finale, quando Thaddeus compie la sua scelta decisiva apparentemente senza motivazioni concrete.

Lo stile di disegno, se da un verso risulta grottescamente adatto al tipo di storia narrata, dall’altro mostra molte incertezze nella distribuzione delle vignette nella tavola e inoltre si rivela a volte troppo caricaturale nel caratterizzare alcuni personaggi che stonano al fianco di altri.

Ottima l’edizione, arricchita (come ogni uscita della Tokyo Pop) da materiale extra che aiuta a identificare i vari personaggi realmente esistiti che gli autori hanno dantescamente inserito nel loro oltretomba.



Gianluca Reina
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