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Brancaccio, Storie di mafia quotidiana

Brancaccio, Storie di mafia quotidiana (Becco Giallo, brossurato, 96 pagine in b/n, € 13,00) testi Giovanni Di Gregorio, disegni di Claudio Stassi

Brancaccio, Storie di mafia quotidianaCi sono cose che rimangono nella memoria, altre che vorremmo dimenticare. Ci sono fatti che hanno una precisa connotazione geografica e temporale, altri che potrebbero essere successi ovunque, in qualsiasi quartiere del mondo.
Brancaccio è tutto questo, e altro ancora.

Tre Storie di mafia quotidiana, ambientate nel quartiere che fu di padre Puglisi, il cui spirito aleggia in tutto il volume, dalla commovente prefazione di Rita Borsellino sino alla quarta di copertina.

Giovanni Di Gregorio, autore palermitano, premiato come miglior sceneggiatore italiano proprio con Brancaccio alla recente fiera di Treviso Fumetti in TV e alla scorsa edizione del prestigioso premio Micheluzzi al Comicon di Napoli, conosce bene il quartiere di cui narra, un quartiere con due facce, una che non vuole “toccati” i propri padrini, un’altra di speranza e voglia di cambiare.

Claudio Stassi, disegnatore anch’egli originario di Palermo dove vive e insegna alla scuola del fumetto, ha dato se stesso in questo volume, lasciando trapelare le sue emozioni nel disegnarlo, raffigurando fatti immaginati e scene realmente vissute con la profondità di chi ci narra la sua storia.

Brancaccio è tre storie che s’intrecciano, tre storie che narrano la speranza di una famiglia in tre modi diversi, tutti legati al senso di appartenenza alla propria terra e alla voglia di andarsene via, di sognare. Il tratto è emozionale, la storia di quelle che ti rimangono dentro. Il quartiere, vignetta dopo vignetta, è così reale per chi l’ha vissuto che sembra di sentirne il tipico marcato accento palermitano ad ogni balloon, sembra di sentire i suoni e gli odori di una Sicilia che ha nei propri quartieri i luoghi tipici di ogni città mediterranea.

Brancaccio è i pizzini, la processione della Madonna, i bulli di quartiere, l’acqua che non c’è, il chiosco delle panelle, le lotte dei cani, le moto rubate, la malasanità, la mafia,… scene e particolari che si ritrovano ovunque, da Marsiglia a Tunisi, passando proprio per Palermo. Potremmo cambiare le panelle col brick o con le frites, il risultato non cambierebbe.

Leggendo Brancaccio si ha la precisa sensazione di cosa significhi vivere ogni giorno la mafia, cosa significhi rapportarsi con una speranza che passa solo attraverso i favori degli amici degli amici.
Brancaccio parla di una Sicilia dove non manca mai l’amore della famiglia nelle grandi difficoltà, cercando di farle passare per le piccole gioie quotidiane, come un piatto di pasta trovato appena messo a tavola quando ci si ritira a casa dal lavoro!

Giovanni Di Gregorio sa raccontarci senza se e senza ma di una mafia tanto impercettibile quanto tangibile, radicata in ogni nostro gesto di vita quotidiana. Claudio Stassi riesce a dare corpo a questa visione emozionandoci ad ogni vignetta, usa il fumetto come mezzo diretto per comunicarci che tutto va male ma la speranza c’è, perché centinaia di lenzuoli appesi alle finestre, canti di gioia e desiderio non possono essere fermati da quattro pietre.

Corredato dagli interventi di Edoardo Zaffuto, Rosaria Cascio e Gregorio Porcaro, gente che la mafia la lotta ogni giorno seguendo la strada che padre Puglisi aveva aperto; questo volume ha inaugurato la collana Quartieri de La Becco Giallo, non più solo fatti di cronaca, non più solo giornalismo a fumetti, ma opere fumettistiche degne di note che si sono ritagliate uno spazio di qualità nel fumetto italiano e non solo.



Nico Blunda
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