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Civil War 7

Civil War 7 (Panini Comics, brossurato, 48 pagine a colori, 3,00 €) testi di Mark Millar e Paul Jenkins, disegni di Steve McNiven e Steve Lieber

Civil War 7Con questo numero si conclude Civil War, evento che per sette mesi ha monopolizzato l’attenzione dei Marvel Fan e non solo.

Si inizia col sorriso, quando nella prima pagina Cap esordisce con un “Vendicatori Uniti!” mentre già divampa la battaglia tra il suo esercito e quello di Iron Man. Eppure non c’è molto da ridere, Cap è convinto di essere dalla parte giusta, come Tony Stark d’altronde, ed i due non esitano a tirare fuori tutte le risorse che hanno a disposizione per vincere la guerra. Mark Millar fa altrettanto: tutti i maggiori protagonisti che abbiamo visto durante CW e nei vari tie-in hanno il loro puntuale ruolo in questa battaglia campale, chi in prima linea, chi nelle retrovie. Steve McNiven ce la mette tutta alle matite, i coloristi lo aiutano, la forma (o i tempi, chissà?) un po’ meno, ed in qualche vignetta non risulta ai livelli eccellenti dei primi numeri.

Tra battute fulminanti (come quella tra l’Uomo Ragno e Reed Richards), rese dei conti finali (in particolare quella tra Ercole ed il finto-Thor) e qualche sorpresa, si arriva alla conclusione, quella che, se non te l’hanno raccontata, in cuor tuo già conosci.
La conosci perché è l’unica possibile, la più realistica e conveniente in effetti. Una vittoria per coloro che stavano dalla parte di chi ha prevalso, una cattiva medicina da buttare giù per gli altri, nella speranza che faccia bene al fisico se non al morale.

L’ultimo episodio della Guerra Civile lascia moltissimi spunti per il futuro, alcuni ben chiari, altri per ora misteriosi. È lo stesso vincitore della Guerra, la cui identità non vi vogliamo svelare, ad affermare che ciò che è accaduto fino ad ora “è solo l’inizio”.
Ma ancora più emblematico è l’episodio finale di Civil War: Frontline, in cui Paul Jenkins e Steve Lieber (prova sufficiente, la sua) portano a termine la metamorfosi, o meglio la trasfigurazione, di Speedball. A questo ragazzo, una volta allegro supereroe saltellante, non è rimasto niente, non la famiglia, non gli amici.
Niente, fuorché il dolore per l’errore commesso.
Quindi nella volontà di espiarlo, Speedball muore e risorge, e con lui un’epoca dell’Universo Marvel, quella in cui era ben chiaro quali erano gli eroi, quali no e fin dove ci si potesse spingere per portare avanti le proprie idee.



Andrea "Zio-P" Poli
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