Manhunter

Manhunter (Planeta DeAgostini, brossurato, 94 pagine a colori, € 8,95) testi di Archie Goodwin, disegni di Walter Simonson

Planeta DeAgostini continua la sua linea di ristampe con un classico targato anni settanta: Manhunter.
Dopo le riproposizioni di cicli narrativi storici (come per esempio i Classici DC: Lanterna Verde o i Classici DC: Il Quarto Mondo di John Byrne) è la volta del personaggio creato da Archie Goodwin e Walter Simonson.

Leggere le avventure di Paul Kirk, alias Manhunter, strappa un sorriso ai lettori contemporanei e magari qualcosa di più in quelli di vecchia data. Manhunter, così diverso dalla sua recente incarnazione al femminile, è un concentrato di azione, esotismo, complotti, fughe, scazzottate… È, in definitiva, la quintessenza del fumetto d’azione.
Bisogna saperlo capire e cercare di apprezzarlo nell’ottica di quando venne scritto: un po’ il problema che aleggia su tutte le ristampe di opere non particolarmente famose.
A un lettore moderno i dialoghi appariranno rigidi, molto scontati, se non addirittura banali. Ma in realtà qui non c’è spazio per il dialogo. Non ci si può fermare un momento nella lettura.

Manca una vera e propria introspezione dei personaggi e il passato di Paul Kirk, necessario a capire cosa ci si celi dietro a Manhunter, ci viene raccontato dallo stesso protagonista in uno degli episodi del volume in cui appare moribondo. Forse è qui che la storia scade un po’, assumendo un tono di riassunto fin troppo evidente: poche pagine dense di informazioni che si convertono in una pausa eccessivamente lunga rispetto al ritmo generale della narrazione.

Il tratto di Simonson è quello di sempre: plastico, con figure che si contorcono fino all’inverosimile nello sferrare un calcio o nell’essere colpiti da una pallottola.
Il volume, infine, oltre a contenere la serie completa, offre una chicca per i fan: una storia “muta” inedita progettata dai due autori ma realizzata dal solo Simonson, dopo la morte di Goodwin.

Ci piace? Abbastanza…