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Un Gangster Ebreo

Un Gangster Ebreo (Planeta DeAgostini, brossurato, 144 pagine in bianco e nero, € 9,95) testi e disegni di Joe Kubert

C’era una volta un’America...
Un’America diversa da quella attuale. Per molti si trattava davvero di un mondo nuovo, dove poter realizzare la propria felicità e ricominciare un’altra vita.

Il padre di Ruby, il ragazzo ebreo protagonista di questa breve graphic novel, era partito proprio con queste intenzioni. Ma qualcosa è andato storto e una vita fatta di sacrifici gli ha donato un figlio che ai doveri scolastici antepone piccoli favori ai boss locali della mafia ebrea di Brooklyn. È così che Ruby intraprendere la sua strada verso il crimine in un’America nel pieno della depressione.

L’ascesa di Ruby, i primi incarichi, la relazione con la moglie del boss… il solito ragazzo rampante cha fa carriera nella mala, il tutto sullo sfondo di una Brooklyn drammaticamente vera (le lotte per i diritti dei lavoratori, lo scontro tra le diverse fazioni).
In definitiva niente di nuovo sul fronte occidentale.

Eppure Joe Kubert riesce a infondere nella sua storia quel qualcosa in più: un’umanità sconfinata. Non è quindi tanto la storia in sé che deve essere analizzata e che rimane in testa al lettore (la stessa conclusione non è poi eccellente), si tratta piuttosto delle sensazioni.

Istantanee profondamente taglienti (il contrasto con il padre, la madre che non disdegna il denaro sporco del figlio, il rapporto con gli amici avvertiti ancora come bambini) attraversano le pagine di questo piccolo “romanzo di formazione” di un gangster.

La fine non è poi così importante: conta di più come si arriva ad essa, il percorso di maturazione personale e interpersonale di Ruby che dovrà rispondere delle sue azioni, coinvolgendo anche le persone a lui care, in questo pericoloso gioco.

I bianchi e neri di Kubert non peccano di una virgola e i volti che dipinge trasudano verità.
Un prodotto d’autore a buon prezzo che acquista punti a una seconda lettura.

Ci piace? Sì, ci piace.



Matteo Mezzanotte
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