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Adam Strange

Adam Strange (Planeta DeAgostini, brossurato, 208 pagine a colori, € 13,00) testi di Andy Diggle, disegni di Pasqual Ferry

Non molto conosciuto dalla maggior parte dei lettori, a dispetto di una lunga storia editoriale, Adam Strange è uno dei pochissimi personaggi non supereroistici del pantheon della DC Comics: un eroe fantascientifico, avventuriero dello spazio, le cui origini sono state in parte ispirate a classici personaggi della Golden Age come Flash Gordon o Buck Rogers. Creato nel 1959 dai grandi Gardner Fox e Carmine Infantino sulla rivista Mistery in Space (appena rilanciata in America), Adam Strange è un archeologo terrestre che, colpito dal raggio Zeta, si ritrova teletrasportato sul pianeta Rann, in orbita nel sistema di Alpha Centauri. Rann è un pianeta dotato di una grande tecnologia, ma sull’orlo dell’estinzione a causa di sterilità e mancanza di capacità bellica del suo popolo. Gioco forza, Adam ne diventa il difensore supremo, indossando un costume rosso e bianco completo di zaino a razzo, elmetto pinnato e pistola laser.

Fatta la dovuta introduzione, il presente volume della Planeta De Agostini propone la miniserie di 8 numeri, pubblicata in USA tra il 2004 ed il 2005, che aveva il fine di rilanciare Adam Strange aggiornandone look e background e che in Italia si è già in parte vista sulla defunta DC Universe della Play Press. Importante dire che lo scrittore Andy Diggle (Losers, Swamp Thing) si avvicina al personaggio con molta attenzione e rispetto: la miniserie infatti non ne azzera la continuity, anzi, tiene molto conto del passato di Adam Strange riprendendo parecchi degli elementi fantascientifici che caratterizzavano le sue storie passate in una nuova saga che proietta Adam verso un conflitto tra il suo pianeta adottivo Rann e il pianeta Thanagar, patria di Hawkman e Hawkgirl.

L’inizio è intrigante, con Diggle che imbastisce quasi un noir fantascientifico (sottolineato anche dai colori stemperati in tonalità bianco e nero) che, con l’ambientazione nello spazio, si arricchisce di molti personaggi appartenenti alla cosmologia fantascientifica della DC comics: ed ecco le flotte Thanagariane, gli Omega Men, i Darkstars e la L.E.GI.O.N. di Vril Dox, tutti co-protagonisti di una storia che assume i connotati di saga corale dal ritmo narrativo intenso e coinvolgente che, però, progressivamente si indebolisce, perdendo via via sostanza narrativa con una conclusione aperta che rimanda alla miniserie La Guerra Rann-Thanagar.

Pur rivelandosi una piacevole lettura, con tutto il pathos e la dimensione da Space Opera, la trama di Diggle non riesce a dare una risoluzione all’altezza delle corpose introduzioni della miniserie, finendo per allungare la storia con sviluppi deboli e conclusioni un pò ovvie. Tra i punti di forza di questa miniserie ci sono i disegni di Pasqual Ferry (già visto su Action Comics), che fa un lavoro eccellente a partire dal restyling di Adam: il costume supereroistico anni ’60 viene sostituito da una tuta spaziale che, pur richiamando alla memoria il precedente look, appare iper-tecnologica e credibile per gli attuali archetipi di fantascienza. Le tavole sono disegnate con un tratto morbido e pulito, arricchite da scenografie hi-tech particolarmente curate ed effetti grafico-cromatici in Photoshop che danno quel tocco in più senza risultare ingombranti o eccessivamente invasivi. Purtroppo anche il lavoro di Ferry mostra la corda negli ultimi numeri, scontando forse una certa fatica, visto che verso il finale i suoi disegni perdono in dettagli e rifiniture, apparendo più spogli e tirati via. L’edizione del volume si presenta abbastanza buona: ben rilegata, con una grafica spartana ma funzionale e una breve gallery di sketches di Ferry. La nota stonata è che non c’è neanche un redazionale di presentazione del personaggio o qualche nota bibliografica e di continuity.

Paolo Pugliese



Andrea Antonazzo
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