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Solo 1/12

Solo (DC Comics, 12 numeri spillati, 48 pagine a colori cad., $ 4.99 cad.) Testi e disegni di Aa.Vv.

Da poco tempo, in America, è uscito l’ultimo numero della serie Solo della DC Comics, tra l’indifferenza di un pubblico perennemente attirato dagli albi strettamente commerciali (e amorfi) e sempre più disattento alle sperimentazioni artistiche nell’ambito dei supereroi.
Solo è stato un ardito esperimento made in DC, fortemente voluto dall’editor e colorista Mark Chiarello: un antologico bimestrale con un’unica costante, quella di assegnare ogni albo a un singolo disegnatore, lasciandogli totale libertà d’espressione sui testi di autori come Brian Azzarello, Jeph Loeb, John Arcudi e altri. In pratica, ogni uscita rappresentava, letteralmente, un “assolo” di un artista su brevi racconti senza comune denominatore, spaziando dalla fantascienza al noir, all’autobiografico, all’horror, al supereroistico.

Nel giro di due anni sulle pagine di Solo si è avvicendato il fior fiore dei disegnatori Made in USA: da Tim Sale a Darwyn Cooke, a Mike Allred. Ma c’è stato anche spazio per autori quale Damion Scott, poco conosciuto e spesso bollato come clone di Humberto Ramos, in realtà capace di bizzarre distorsioni postmoderne. Anche se quasi nessuno se n’è accorto, per tutto questo tempo Solo è stata con ogni probabilità la testata artisticamente più valida tra i fumetti mainstream americani e la migliore uscita DC degli ultimi tempi.

La sintesi delle storie e la straordinaria sintonia fra scrittori e disegnatori sono riuscite a produrre delle perle che hanno del miracoloso: poesia pop, come nelle rivisitazioni gioiosamente "camp" del Batman di Allred; omicidi autobiografici, come nel racconto di Sergio Aragones in cui viene rievocata la sua responsabilità nella morte di Marty Feldman ("Aigor" di Frankenstein Junior); la malinconia sognata di Neil Gaiman che rivisita il mitico personaggio di Deadman con l’ausilio delle matite di Teddy Kristiansen; i racconti graffianti di Howard Chaykin; il poetico Superman di Tim Sale, per l’occasione di nuovo in coppia con Jeph Loeb.

Quello di Solo è stato un omicidio (colposo?) e gli assassini sono i lettori, disposti a lasciar cadere nel vuoto i dipinti di Scott Hampton e a spendere tutta la paghetta per la miliardesima testata con la “X” in copertina.


Davide Myskin Giurlando




Andrea Antonazzo
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