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The Nightmare before Christmas


Tim Burton’s The Nightmare before Christmas, in Buena Vista Lab n° 3 (Buena Vista, brossurato, 186 pagg, b/n, € 6,90) testi e disegni di Jun Asuka

Era il lontano 1993 quando un film creato con una tecnica poco utilizzata e mostruosamente impegnativa, la stop-motion, si affacciava nelle sale cinematografiche di mezzo mondo. Si trattava di The Nightmare before Christmas, opera partorita dalla fervida e cupa immaginazione di Tim Burton, per la regia di Henry Selick, lungometraggio prodotto dalla Disney. Un film tecnicamente infernale, che impegnò per tre anni più di cento persone tra animatori e tecnici; basta pensare che per un solo minuto di “girato” s’impiegò, in media, una settimana di lavoro. Una vicenda originale, quella di TNBC, perché mescolava gli elementi di due delle feste più popolari negli USA (e nel mondo): Natale e Halloween. La storia vedeva Jack Skeletron (Skellington, nella versione originale), inventarsi un modo diverso di trascorrere Halloween, prendendo spunto dal Natale, una festa sconosciuta nel suo mondo fatto di vampiri, streghe, scheletri e simili.
L’opera di Tim Burton – con una forte componente musicale – oltre a raccogliere consensi in ogni parte del globo, ha dato vita, negli anni a seguire, a un boom del merchandising legato ai personaggi e all’incredibile mondo di TNBC.

Passano tredici anni ed ecco la versione a fumetti dell’opera, a cura di una scrittrice/disegnatrice di shojo-manga, Jun Azuka (scelta per la popolarità che il film continua ad avere nel paese del Sol Levante), che con uno stile – a suo stesso dire – diverso dal proprio, riesce a cogliere perfettamente le atmosfere create da Burton. Un lavoro, quindi, anche per lo svolgimento della storia, incredibilmente fedele all’originale. E qui si va sulle note dolenti di questo libro che – va detto – dal punto di vista della confezione è assolutamente ineccepibile (ottima rilegatura, copertina in cartoncino semirigido, buona qualità di stampa e ricco apparato di “contenuti speciali”).
Note dolenti perché l’adattamento (che parte proprio dal presupposto di riproporre il film attraverso il linguaggio del fumetto) non è nulla più che… il film a fumetti! Sembrerà paradossale, ma anche le scene cantate sono spesso illustrate con tanto di balloon contenenti note musicali.

Un lavoro scrupoloso, senza dubbio, che però lascia la sensazione di aver semplicemente rivisto il film in una forma diversa.
Da una collana che, per propria dichiarazione, si propone di “sperimentare generi, storie e personaggi in piena libertà creativa”, ci si aspetta indubbiamente di più. E ciò, sia chiaro, non è responsabilità dell’autrice, che ha evidentemente svolto bene il suo compito.
Si tratta, in definitiva, di un’occasione mancata: avere a disposizione un mondo, quello creato da Tim Burton per TNBC, e sfruttarlo per raccontare una storia che, vista la lontananza nel tempo dell’uscita del film, tutti conoscono, è un lusso che non ci si dovrebbe concedere.



Carlo Del Grande
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