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Paperinik Cult 1/4

Paperinik Cult nn. 1/4 (The Walt Disney Italia Company, 224 pagine, brossurato, colori, € 2,70 cad.) testi e disegni di Autori Vari

Quello attuale sembra essere un periodo d’oro per Paperinik, uno dei personaggi Disney più amati tra quelli creati in Italia. Prima è arrivata la ristampa di PK, la testata supereroistica in formato comic book che alcuni anni diede vita a un vero e proprio fenomeno editoriale. Poi, quasi inattesa, ha fatto seguito questa Paperinik Cult, ristampa integrale e cronologica (anche se non completamente a causa della lunghezza doppia di alcune storie) di tutte le storie dell’alter ego mascherato di Paperino, a cominciare dalla prima apparizione. Una ristampa del genere era necessaria, soprattutto se consideriamo che la precedente, di diversi anni fa, non presentava le storie nell’ordine di pubblicazione originale. Ma necessaria anche perché questa collana rappresenta un pezzo di storia importante di tutto il fumetto italiano, non solo di quella scuola Disney italiana che tanto rinomata è nel mondo. In questi primi numeri abbiamo infatti potuto riassaporare le storiche avventure di maestri come Guido Martina e Giovan Battista Carpi, creatori del personaggio, ma anche di altri importanti autori come Massimo De Vita e un giovane ma già bravo Giorgio Cavazzano.
Le storie contenute in questi primi numeri della ristampa, pubblicate originariamente su Topolino tra il 1969 e il 1975, presentano un personaggio ancora lontano dal protettore di Paperopoli che sarebbe poi diventato nelle avventure successive e soprattutto negli anni ‘90 con la già citata serie PK. Il Paperinik delle origini era la risposta Disney ai personaggi “neri” del periodo, come Diabolik, sul cui nome è ricalcato quello di Paperinik. Anzi, di più… le origini del personaggio richiamano chiaramente il personaggio di Fantomas, a cui anche le sorelle Giussani si ispirarono per la propria creatura. Paperino nei primi tempi indossava il costume solo per scopi personali ed egoistici, tanto da essere più volte considerato un criminale, come queste storie ci raccontano.
Unica pecca riconoscibile è la consueta “censura” attuata in tutte le ristampe Disney d’annata, con i dialoghi ritoccati per renderli maggiormente “politically correct”. Se poi volessimo trovare il pelo nell’uovo si potrebbe affermare che avremmo volentieri sperato in un’edizione maggiormente “lussuosa”, con articoli a commento o a presentazione delle storie.

Andrea Antonazzo

Andrea Antonazzo
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