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Ginko

Ginko - Prima di Diabolik (Astorina, 196 pagg., brossurato, b/n, € 4,70) testi di Tito Faraci e Sandrone Dazieri, disegni di Giuseppe Palumbo e Pierluigi Cerveglieri

E’ strano pensare che un tempo la serie e il personaggio di Diabolik fossero all’avanguardia nel mondo del fumetto. Ora invece la serie si trascina in modo ripetitivo mese dopo mese, tra albi inediti e ristampe. Per fortuna che alcuni autori bravi sicuramente ci sono ancora a scriverne e disegnarne le gesta. Tito Faraci è sicuramente uno di questi. E per fortuna ancora che la Astorina da qualche anno si sia lanciata nella pubblicazione di Speciali di stampo più “autoriale”, pur nell’antipaticità del termine. E così, dopo il remake della prima storia di Diabolik, Il Re del Terrore di Alfredo Castelli e Giuseppe Palumbo, e la storia di Eva Kant prima del suo incontro con il celeberrimo ladro, il cerchio si chiude con il racconto delle origini, finora inedite, di Ginko. Il lavoro compiuto dai due scrittori Faraci e Sandrone Dazieri è minuzioso. La storia riprende e mette insieme in maniera decisamente coerente qualsiasi riferimento al passato dell’Ispettore Ginko sia mai stato citato in una storia di Diabolik. Inoltre, per chi non fosse affatto preparato sul personaggio, tutto viene spiegato con precisione negli articoli posti all’inizio e alla fine del volume. Pur non essendo la migliore delle storie pubblicate in questi speciali, il volume risulta molto piacevole e ben scritto, e in più i due scrittori collegano le origini del poliziotto al passato di Diabolik, rendendo ancora pù forte il legame tra i due. Passando alla parte grafica, come al solito meriterebbe numerosi elogi Giuseppe Palumbo, ormai un veterano di questi speciali retrospettivi. Il suo eclettico stile ben si adatta alle atmosfere noir della storia e il suo tratto, pur regolato allo “stile Diabolik”, rimane peculiare, a partire dal perfetto utilizzo di retini e ombreggiature. Il layout della tavola è travolgente è fa crescere il rammarico per il fatto che invece la serie regolare sia tuttora ancorata su uno schema rigido di vignette. Ma tant’è… in fondo se questi speciali fossero la norma forse non ci piacerebbero così tanto!


Andrea Antonazzo
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