Menu

Punisher: The End

Punisher: The End (Panini Comics, cartonato, 48 pagine a colori, € 9,00) testi di Garth Ennis, disegni di Richard Corben

Il progetto The End consiste nel prendere i personaggi più noti della Casa delle idee e raccontare la loro ultima storia. In Italia abbiamo già visto Hulk, Wolverine ed ora tocca al Punitore (a breve vedremo gli X-Men).
Garth Ennis, già autore della serie regolare del Punisher (attualmente pubblicata sotto l’etichetta MAX, per adulti), si occupa di questo epilogo. Lo coadiuva Richard Corben, maestro dall’indiscusso talento che ben si presta a rappresentare storie dai toni cupi e violenti.
La prima cosa che viene in mente, leggendo questo volume (che la Panini ha avuto il dubbio gusto di presentare in un formato – quello francese – che, oltre ad essere antieconomico rispetto all’orginale comic-book, ha avuto effetti non positivi sulle tavole di Corben) è che probabilmente sarebbe stato bene lasciare nell’immaginario dei lettori Marvel una storia che è già stata scritta, anni fa, proprio da Garth Ennis. Mi riferisco a Punisher Kills the Marvel Universe (presentata in tiratura limitata in Italia), una storia drammatica in cui il Punitore veniva risucchiato nella spirale della sua stessa violenza, ponendo fine all’esistenza degli eroi Marvel per poi eliminare anche se stesso. Fu una storia bella, brutale e tragica di cui forse non si parlò abbastanza.
Ma torniamo a noi, ed a Punisher: The End. L’ambientazione è apocalittica: città su città devastate da deflagrazioni atomiche, radiazioni ovunque, esseri umani ormai in via d’estinzione. In questo inferno, tra i superstiti, troviamo Frank Castle che, pur di tener fede alla propria filosofia omicida, pensa bene di accoppare coloro che, grazie alle proprie condizioni agiate, contano di rimettere in piedi il genere umano.
La narrazione è veloce, a tratti impalpabile. Lo story-telling di Corben è perfetto, ma, come detto, questo formato non esalta la qualità delle tavole del Maestro. Ennis, chiamato nuovamente a dare una versione seria dell’anti-eroe Marvel, delude le aspettative. Forse perchè, in sostanza, aveva già raccontato l’ultima avventura di questo personaggio (e l’aveva fatto anche bene) o forse perchè ultimamente, al di là di Born sembra aver dimenticato i fasti di Preacher o di altre sue opere di successo.
Una volta conclusa la lettura del volume (vi basterà pochissimo), resta un bel pò di amaro in bocca, come se lo scrittore si fosse dedicato a quest’opera nei momenti morti della giornata: un acquisto consigliato solo ai fan di Frank Castle e forse neanche a tutti loro.




Carlo Del Grande
Torna in alto