Meridian 1
- Scritto da Redazione Comicus
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Meridian 1 (spillato, 72 pagine, colore, € 5,00, Dream Colours) testi di Barbara Kesel - disegni di Steve Mc Niven - June Brigman VOTO 7,5/10
Torna a far capolino nelle fumetterie la dolce Sephie, grazie alla nuova gestione dell’universo Crossgen da parte della Dream Colours, portando con sé parecchie novità e una conferma.
La (piacevole) conferma riguarda la qualità di questa serie, che sin dall’inizio ha mostrato di essere il parto più originale della casa editrice di Alessi, e che continua a mantenere la sua atipicità rispetto al panorama dei comics mainstream. Certo le tematiche supereroistiche non mancano (superpoteri, lotta del bene contro il male ecc.) ma in Meridian hanno una valenza secondaria, perché il vero co-protagonista della serie, insieme a Sephie (che a sua volta è l’esatto contrario della tipica supereroina americana, tutta curve e abitini semi-adamitici), è l’interessantissimo affresco sociale, politico, economico e militare che l’autrice continua a presentarci in maniera sempre più completa.. In una serie così strutturata è ovvio che i superpoteri non possono avere una importanza fondamentale, perché stipulare alleanze, scambi commerciali e in definitiva governare richiede ben altre attitudini che volare o emettere raggi distruttivi.
E questo ci porta alla principale novità della serie, infatti nelle storie di questo albo ci viene presentata una Sephie inedita: non più in fuga tra le isole galleggianti, perennemente braccata dallo zio Ilhan e dai suoi accoliti, ma come governatore di Cadador, la più ricca e potente isola-stato, la cui politica militare e economica ha enorme influenza in tutto il resto del mondo.
Ma non crediate che il salto mortale che ha trasformato Sephie da ribelle in fuga all’essere umano più potente del pianeta, abbia risolto tutti i suoi problemi. Anzi, ben presto la nostra eroina si renderà conto che governare presenta molte insidie nascoste che non aveva preso in considerazione e che per di più impongono un suo rapido mutamento del suo modo di pensare e di concepire la vita. Essere fuggiaschi era certamente pericoloso e frustrante, ma era un modo di vivere più consono con l’indole avventurosa e romantica di Sephie, amante degli spazi aperti e dei viaggi sulle navi volanti, scegliendo come compagni le persone di cui si fida e che condividono il suo sogno di armonia. Ora invece deve confrontarsi con tematiche di cui è completamente inesperta, e in cui è costretta a muoversi senza alcuna guida e improvvisando di volta in volta: convivere e tenere a bada la classe dirigente e il popolo di Cadador, non proprio contenti del cambio repentino di leadership nella loro città, garantire una stabilità al dinastia, cioè procreare un erede (e di conseguenza trovare un compagno “adatto” al rango), risolvere i conflitti con la diplomazia, se è sufficiente, o con la forza, se necessario. Deve insomma prendersi carico di tutte quelle responsabilità che gravano su chi è destinato a comandare, un fardello forse insostenibile per una ragazza così giovane e inesperta. Inevitabilmente Sephie va in crisi, in bilico tra l’accettare il peso del governo, che la renderà inevitabilmente più dura e pragmatica (più simile al suo odiato zio Ilhan insomma) e il ritornare alla vita fuggiasca ma felice di prima… cosa farà? Il destino di un intero mondo dipende dalle sue decisioni!
Barbara Kesel sembra proprio aver trovato l’ispirazione giusta nel raccontarci le avventure di Sephie e dei suoi comprimari, mai ripetitiva, mai banale, intrecciando avvenimenti attuali con flashback che ci forniscono nuovi tasselli nel complesso mondo fatto di isole volanti. Sephie è indubbiamente uno dei personaggi meglio delineati dell’intero universo Crossgen rimandendo nello stesso tempo aperta a nuove e interessanti evoluzioni caratteriali.
Dopo aver fatto gli elogi che meritava alla Kesel, non possiamo tacere che una buona parte del fascino che hanno le ambientazioni fantasy di questa serie si devono al disegnatore Steve McNiven, un artista veramente di grande valore, perfettamente a suo agio sia nelle fisionomie che nel delineare strani macchinari tecnologici e persino negli abiti dei personaggi, dove si sbizzarrisce nel donare look diversi a seconda della provenienza e del ceto sociale ai vari personaggi e comprimari della serie. Veramente un disegnatore a tutto tondo che sicuramente farà ancora parlare di sé.
Recensione di Mario Colasuonno
Fausto Ruffolo
Torna a far capolino nelle fumetterie la dolce Sephie, grazie alla nuova gestione dell’universo Crossgen da parte della Dream Colours, portando con sé parecchie novità e una conferma.
La (piacevole) conferma riguarda la qualità di questa serie, che sin dall’inizio ha mostrato di essere il parto più originale della casa editrice di Alessi, e che continua a mantenere la sua atipicità rispetto al panorama dei comics mainstream. Certo le tematiche supereroistiche non mancano (superpoteri, lotta del bene contro il male ecc.) ma in Meridian hanno una valenza secondaria, perché il vero co-protagonista della serie, insieme a Sephie (che a sua volta è l’esatto contrario della tipica supereroina americana, tutta curve e abitini semi-adamitici), è l’interessantissimo affresco sociale, politico, economico e militare che l’autrice continua a presentarci in maniera sempre più completa.. In una serie così strutturata è ovvio che i superpoteri non possono avere una importanza fondamentale, perché stipulare alleanze, scambi commerciali e in definitiva governare richiede ben altre attitudini che volare o emettere raggi distruttivi.
E questo ci porta alla principale novità della serie, infatti nelle storie di questo albo ci viene presentata una Sephie inedita: non più in fuga tra le isole galleggianti, perennemente braccata dallo zio Ilhan e dai suoi accoliti, ma come governatore di Cadador, la più ricca e potente isola-stato, la cui politica militare e economica ha enorme influenza in tutto il resto del mondo.
Ma non crediate che il salto mortale che ha trasformato Sephie da ribelle in fuga all’essere umano più potente del pianeta, abbia risolto tutti i suoi problemi. Anzi, ben presto la nostra eroina si renderà conto che governare presenta molte insidie nascoste che non aveva preso in considerazione e che per di più impongono un suo rapido mutamento del suo modo di pensare e di concepire la vita. Essere fuggiaschi era certamente pericoloso e frustrante, ma era un modo di vivere più consono con l’indole avventurosa e romantica di Sephie, amante degli spazi aperti e dei viaggi sulle navi volanti, scegliendo come compagni le persone di cui si fida e che condividono il suo sogno di armonia. Ora invece deve confrontarsi con tematiche di cui è completamente inesperta, e in cui è costretta a muoversi senza alcuna guida e improvvisando di volta in volta: convivere e tenere a bada la classe dirigente e il popolo di Cadador, non proprio contenti del cambio repentino di leadership nella loro città, garantire una stabilità al dinastia, cioè procreare un erede (e di conseguenza trovare un compagno “adatto” al rango), risolvere i conflitti con la diplomazia, se è sufficiente, o con la forza, se necessario. Deve insomma prendersi carico di tutte quelle responsabilità che gravano su chi è destinato a comandare, un fardello forse insostenibile per una ragazza così giovane e inesperta. Inevitabilmente Sephie va in crisi, in bilico tra l’accettare il peso del governo, che la renderà inevitabilmente più dura e pragmatica (più simile al suo odiato zio Ilhan insomma) e il ritornare alla vita fuggiasca ma felice di prima… cosa farà? Il destino di un intero mondo dipende dalle sue decisioni!
Barbara Kesel sembra proprio aver trovato l’ispirazione giusta nel raccontarci le avventure di Sephie e dei suoi comprimari, mai ripetitiva, mai banale, intrecciando avvenimenti attuali con flashback che ci forniscono nuovi tasselli nel complesso mondo fatto di isole volanti. Sephie è indubbiamente uno dei personaggi meglio delineati dell’intero universo Crossgen rimandendo nello stesso tempo aperta a nuove e interessanti evoluzioni caratteriali.
Dopo aver fatto gli elogi che meritava alla Kesel, non possiamo tacere che una buona parte del fascino che hanno le ambientazioni fantasy di questa serie si devono al disegnatore Steve McNiven, un artista veramente di grande valore, perfettamente a suo agio sia nelle fisionomie che nel delineare strani macchinari tecnologici e persino negli abiti dei personaggi, dove si sbizzarrisce nel donare look diversi a seconda della provenienza e del ceto sociale ai vari personaggi e comprimari della serie. Veramente un disegnatore a tutto tondo che sicuramente farà ancora parlare di sé.
Recensione di Mario Colasuonno
Fausto Ruffolo