Milano Criminale
- Scritto da Redazione Comicus
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Milano Criminale La Banda del Muto (brossurato, 72 pagine, B/N, € 8,50, Alta Fedeltà/Lo Scarabeo) testi di Diego Cajelli - disegni di Marco Guerrieri VOTO 7,5/10
Milano, anni 70. Una Fulvia Coupè si getta all’inseguimento di una Citroen “ferro da stiro”, piena zeppa di diamanti che scottano. Alla guida ci sono Il commissario Simone de Falco e l’ispettore Simone Lorusso. Dall’altra parte della città un contabile del Banco Ambrosiano vende preziose informazioni in modo da racimolare il gruzzolo per riscattare la puttana di cui è innamorato.
In Milano Criminale c’è roba di questo genere. Storie sporche di sangue e pallottole, rapine, inseguimenti e scazzottate. Una prova decisamente maiuscola da parte dello sceneggiatore Diego Cajelli e del disegnatore Marco Guerrieri.
Il primo decisamente a proprio agio con il genere pulp/poliziottesco, scrive una trama semplice ma avvincente perfettamente in linea con la letteratura e la cinematografia dell’epoca. I testi di Cajelli, infatti, sono un’ atto d’amore nei confronti di autori come Giorgio Scerbanenco, dai cui racconti sono stati tratti numerosi film che hanno costellato il genere cinematografico del poliziesco all’italiana.
La sceneggiatura poi è ricca di quei personaggi che ormai sono nell’immaginario collettivo: il poliziotto scaltro e fuori dagli schemi, il criminale cinico, freddo, spietato e di poche parole, il romanaccio sbruffone e sguaiato. Da evidenziare inoltre la maniacale cura dei particolari.
Merito di questo va anche al bravo disegnatore Marco Guerrieri, che esegue alla lettera, e con maestria, le imposizioni della sceneggiatura; in “Milano Criminale” si ritrovano riprodotte le stampe e le pubblicità dell’epoca, piazze e strade della città sono rappresentate proprio come erano negli anni settanta: in uno scorcio di Piazza Diaz non è presente il monumento ai Carabinieri, semplicemente perché all’epoca non era stato eretto! Magistrale poi la splash page di apertura in cui viene riprodotta una foto dell’epoca, con le pubblicità autentiche. Il disegnatore è abile anche nel riprodurre fedelmente le auto di quel periodo, e il look dei protagonisti e degli “interni” rievoca alla perfezione le sensazioni che si avvertirebbero guardando un film “der Monnezza”, ad esempio.
In coda all’albo si trovano poi delle preziosissime note che approfondiscono la trama ed evidenziano la mole di particolari inseriti nelle tavole, e uno dossier sulla “Milano a mano armata” cinematografica, molto dettagliato e completo ad opera degli esperti Pierpaolo Duranti e Erminio Mucciacito del sito specializzato www.pollanetsquad.it .
Insomma volume decisamente completo, che prosegue idealmente le avventure del commissario De Falco, iniziate nel 1999 per la casa editrice Factory ad opera dello stesso Diego Cajelli e di Maurizio Rosensweig, ma che può tranquillamente essere fruito singolarmente.
Va poi citata la preziosa illustrazione di copertina ad opera dell’artista Giorgio Cantù, decisamente evocativa, e l’ottima "locandina" in quarta ad opera di “papà” Rosensweig.
Fausto Ruffolo
Milano, anni 70. Una Fulvia Coupè si getta all’inseguimento di una Citroen “ferro da stiro”, piena zeppa di diamanti che scottano. Alla guida ci sono Il commissario Simone de Falco e l’ispettore Simone Lorusso. Dall’altra parte della città un contabile del Banco Ambrosiano vende preziose informazioni in modo da racimolare il gruzzolo per riscattare la puttana di cui è innamorato.
In Milano Criminale c’è roba di questo genere. Storie sporche di sangue e pallottole, rapine, inseguimenti e scazzottate. Una prova decisamente maiuscola da parte dello sceneggiatore Diego Cajelli e del disegnatore Marco Guerrieri.
Il primo decisamente a proprio agio con il genere pulp/poliziottesco, scrive una trama semplice ma avvincente perfettamente in linea con la letteratura e la cinematografia dell’epoca. I testi di Cajelli, infatti, sono un’ atto d’amore nei confronti di autori come Giorgio Scerbanenco, dai cui racconti sono stati tratti numerosi film che hanno costellato il genere cinematografico del poliziesco all’italiana.
La sceneggiatura poi è ricca di quei personaggi che ormai sono nell’immaginario collettivo: il poliziotto scaltro e fuori dagli schemi, il criminale cinico, freddo, spietato e di poche parole, il romanaccio sbruffone e sguaiato. Da evidenziare inoltre la maniacale cura dei particolari.
Merito di questo va anche al bravo disegnatore Marco Guerrieri, che esegue alla lettera, e con maestria, le imposizioni della sceneggiatura; in “Milano Criminale” si ritrovano riprodotte le stampe e le pubblicità dell’epoca, piazze e strade della città sono rappresentate proprio come erano negli anni settanta: in uno scorcio di Piazza Diaz non è presente il monumento ai Carabinieri, semplicemente perché all’epoca non era stato eretto! Magistrale poi la splash page di apertura in cui viene riprodotta una foto dell’epoca, con le pubblicità autentiche. Il disegnatore è abile anche nel riprodurre fedelmente le auto di quel periodo, e il look dei protagonisti e degli “interni” rievoca alla perfezione le sensazioni che si avvertirebbero guardando un film “der Monnezza”, ad esempio.
In coda all’albo si trovano poi delle preziosissime note che approfondiscono la trama ed evidenziano la mole di particolari inseriti nelle tavole, e uno dossier sulla “Milano a mano armata” cinematografica, molto dettagliato e completo ad opera degli esperti Pierpaolo Duranti e Erminio Mucciacito del sito specializzato www.pollanetsquad.it .
Insomma volume decisamente completo, che prosegue idealmente le avventure del commissario De Falco, iniziate nel 1999 per la casa editrice Factory ad opera dello stesso Diego Cajelli e di Maurizio Rosensweig, ma che può tranquillamente essere fruito singolarmente.
Va poi citata la preziosa illustrazione di copertina ad opera dell’artista Giorgio Cantù, decisamente evocativa, e l’ottima "locandina" in quarta ad opera di “papà” Rosensweig.
Fausto Ruffolo