John Doe 5
- Scritto da Redazione Comicus
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John Doe - Io Conosco JD Numero 5 (brossurato, 96 pagine, Bianco e Nero, € 2,40, Eura Editoriale) testi di Lorenzo Bartoli, disegni di Riccardo Burchielli VOTO 6/10
Contenuti speciali. Questa è la sostanza del quinto numero di John Doe, in cui la creatura di Bartoli e Recchioni mostra interessanti risvolti sul passato recente del protagonista, grazie ad una serie di racconti dei suoi ex datori di lavoro alla Trapassati Inc.: Guerra, Fame, e Pestilenza davanti allo sguardo attento della suprema Morte, raccontano, ciascuno, una storia che ha per denominatore comune il loro ex direttore yuppie.
Viene fuori un racconto che fa molta luce sulla entrata in azienda di John Doe, e delinea ancor meglio la sua personalità decisamente sfaccettata: se da una parte può mostrare il suo lato da “grande figlio di puttana”, sempre più spesso vengono fuori il suo senso dell’onore, del dovere e della giustizia.
Questo numero segna il ritorno ai testi di Lorenzo Bartoli, uno dei più interessanti e capaci scrittori della new wave del fumetto italiano, che da una prova più che soddisfacente delle sue capacità narrative (ed ha ancora molte frecce al suo arco): la storia si lascia leggere piacevolmente, e con lo scorrere delle pagine si ha sempre più voglia di sapere come vada a finire. Nella narrazione poi non ci sono tempi morti o dialoghi superflui. Se proprio si vuol fare un appunto alla sceneggiatura, si rivelano forse un po’ stucchevoli la vignetta “omaggio” alla Pietà di Michelangelo, e il “tributo” alla pizza napoletana.
Comunque la vera sorpresa dell’albo è il disegnatore Riccardo Burchielli. Esordiente nel mondo del fumetto popolare, questo artista originario di Pisa, è dotato di un tratto semplice ed efficace e riesce a coniugare una ottima capacità nel rendere l’espressività dei volti e dei corpi, con la dinamicità del suo tratto. Convincente anche la composizione della tavola e lo storytelling.
Mese dopo mese, dunque, John Doe sta confermandosi sempre più come una realtà interessante nel fumetto popolare italiano, ed ha il non piccolo pregio di proporre ai lettori, nuovi e capaci artisti emergenti, che non faranno fatica ad affermare il proprio talento; di contro va detto che a volte si ha la sensazione che sia un prodotto troppo studiato a tavolino, tale da lasciare un senso di freddezza nel lettore.
Fausto Ruffolo
Contenuti speciali. Questa è la sostanza del quinto numero di John Doe, in cui la creatura di Bartoli e Recchioni mostra interessanti risvolti sul passato recente del protagonista, grazie ad una serie di racconti dei suoi ex datori di lavoro alla Trapassati Inc.: Guerra, Fame, e Pestilenza davanti allo sguardo attento della suprema Morte, raccontano, ciascuno, una storia che ha per denominatore comune il loro ex direttore yuppie.
Viene fuori un racconto che fa molta luce sulla entrata in azienda di John Doe, e delinea ancor meglio la sua personalità decisamente sfaccettata: se da una parte può mostrare il suo lato da “grande figlio di puttana”, sempre più spesso vengono fuori il suo senso dell’onore, del dovere e della giustizia.
Questo numero segna il ritorno ai testi di Lorenzo Bartoli, uno dei più interessanti e capaci scrittori della new wave del fumetto italiano, che da una prova più che soddisfacente delle sue capacità narrative (ed ha ancora molte frecce al suo arco): la storia si lascia leggere piacevolmente, e con lo scorrere delle pagine si ha sempre più voglia di sapere come vada a finire. Nella narrazione poi non ci sono tempi morti o dialoghi superflui. Se proprio si vuol fare un appunto alla sceneggiatura, si rivelano forse un po’ stucchevoli la vignetta “omaggio” alla Pietà di Michelangelo, e il “tributo” alla pizza napoletana.
Comunque la vera sorpresa dell’albo è il disegnatore Riccardo Burchielli. Esordiente nel mondo del fumetto popolare, questo artista originario di Pisa, è dotato di un tratto semplice ed efficace e riesce a coniugare una ottima capacità nel rendere l’espressività dei volti e dei corpi, con la dinamicità del suo tratto. Convincente anche la composizione della tavola e lo storytelling.
Mese dopo mese, dunque, John Doe sta confermandosi sempre più come una realtà interessante nel fumetto popolare italiano, ed ha il non piccolo pregio di proporre ai lettori, nuovi e capaci artisti emergenti, che non faranno fatica ad affermare il proprio talento; di contro va detto che a volte si ha la sensazione che sia un prodotto troppo studiato a tavolino, tale da lasciare un senso di freddezza nel lettore.
Fausto Ruffolo