Wolverine 222
- Scritto da Redazione Comicus
- Pubblicato in Recensioni
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Wolverine è un personaggio che si presta a tutto.
Lo sanno bene gli autori, che spesso si sbizzarriscono in improbabili e anche raffinati excursus narrativi.
Lo sa bene la Marvel, che non ci pensa due volte a sfruttarne l'enorme potenziale.
E lo sanno bene anche gli astri nascenti Daniel Way e Jason Aaron, che in poco spazio riescono a colpire nel segno.
Pur nella loro diversità stilistica – quella di Way romantica e in continuity, quella di Aaron più cinica e libera – le due storie sono accomunate dall'intensità lacerante con cui ci vengono raccontate.
Difficile che sia altrimenti, visti i nomi coinvolti nella parte grafica: Kaare Andrews e Howard Chaykin, pur con un'evidente diversità di stile, sono accomunati dalla stessa, straordinaria, capacità di raccontare; facile che sia l'entusiasmo a traghettarvi dalla pulizia del primo ai graffi taglienti del secondo.
Il Logan che ne esce è la perfetta sintesi delle sue due anime: quella romantica e idealista da una parte, e quella altrettanto intensa, ma cinica e stanca dall'altra.
Lo sanno bene gli autori, che spesso si sbizzarriscono in improbabili e anche raffinati excursus narrativi.
Lo sa bene la Marvel, che non ci pensa due volte a sfruttarne l'enorme potenziale.
E lo sanno bene anche gli astri nascenti Daniel Way e Jason Aaron, che in poco spazio riescono a colpire nel segno.
Pur nella loro diversità stilistica – quella di Way romantica e in continuity, quella di Aaron più cinica e libera – le due storie sono accomunate dall'intensità lacerante con cui ci vengono raccontate.
Difficile che sia altrimenti, visti i nomi coinvolti nella parte grafica: Kaare Andrews e Howard Chaykin, pur con un'evidente diversità di stile, sono accomunati dalla stessa, straordinaria, capacità di raccontare; facile che sia l'entusiasmo a traghettarvi dalla pulizia del primo ai graffi taglienti del secondo.
Il Logan che ne esce è la perfetta sintesi delle sue due anime: quella romantica e idealista da una parte, e quella altrettanto intensa, ma cinica e stanca dall'altra.
Luca Baboni