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Dylan Dog 248

Dylan Dog 248 - Anima d'acciaio (Sergio Bonelli Editore, brossurato, 96 pagine in b/n, € 2,50) testi di Bruno Enna, disegni di Fabio Celoni

Si dice che anche gli oggetti abbiano un’anima. Se tale affermazione corrispondesse al vero, allora anche le pistole dovrebbero averne una. Bruno Enna parte da questo presupposto, costruendo un intreccio in cui anche un’ipotesi così surreale riesce a guadagnarsi una sua concretezza. Armi da fuoco dotate di vita propria, strumenti di morte senzienti, il cui essere letali viene ulteriormente accentuato dalla loro consapevolezza, dalla loro volontà. E dalla coscienza sporca di chi se ne impossessa.

Anima d’acciaio è la storia di una Colt la cui maledizione affonda le radici in una tragedia lontana nel tempo, ma è ancor più un racconto incentrato sull’espiazione dei peccati, sul modo più estremo attraverso cui l’essere umano può riuscire a liberarsi dei propri sensi di colpa.

Alla dinamicità del tratto e delle inquadrature del bravo Fabio Celoni, si affianca una sceneggiatura solida ma a tratti colpevole di raccontare troppo e di mostrare poco. In alcune sequenze uno stile narrativo meno didascalico avrebbe conferito un’ulteriore dose di pathos all’intera storia. A questo si aggiungono un paio di personaggi che avrebbero meritato un maggior approfondimento e una punteggiatura non sempre azzeccata che frammenta eccessivamente i testi, a discapito della loro fluidità.

 



Simone Celli
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